Con l’interpretazione e la regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi, lo spettacolo è una produzione ERT / Teatro Nazionale, Teatro Biondo di Palermo, Teatro Stabile di Catania, Soc. Coop. “Le Tre Corde”, in collaborazione con la Compagnia Vetrano-Randisi.
Da martedì 22 a domenica 27 febbraio Enzo Vetrano e Stefano Randisi vanno in scena al Teatro Arena del Sole con lo spettacolo ‘A Cirimonia(L’impossibilità della verità), vincitore del Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici Italiani 2020.
In occasione della prima replica, martedì 22 alle ore 18.00, l’Arena del Sole ospita la presentazione del libro Con tutto il mio cuore rimasto (edito da Arkadia) dello scrittore e drammaturgo Rosario Palazzolo, organizzata in collaborazione con Libreria Trame.
Vetrano e Randisi, attori, autori e registi, un duo artistico inconfondibile del teatro italiano, insieme dal 1976, e che molto ha dedicato alla drammaturgia contemporanea e alla lingua siciliana, ora dà vita alle parole di Rosario Palazzolo.
«Io credo che questi due miei personaggi aspettassero proprio Stefano e Enzo, – scrive Palazzolo – che li aspettassero come si aspettano le occasioni imperdibili, i primi appuntamenti che potrebbero gli ultimi, al meglio i penultimi, con tutte le smanie del caso e le domande apparecchiate e il sangue al naso per l’emozione, e questo perché ritengo che Stefano e Enzo possiedano quel pregio raro di porsi sempre al limite di un precipizio».
Un gioco linguistico e un ritmo teatrale carichi di tensione e di ironia fanno scorgere una verità nascosta tra i frammenti di memoria dei due personaggi in scena: ‘U masculu e ‘A fimmina sono pronti, hanno indossato il loro costume, assunto le identità che servono per celebrare una cerimonia, un compleanno, presumibilmente, con tanto di torta e candeline. Ma prima devono rievocare un fatto, rivivere un ricordo che solo insieme potranno ricomporre. Si interrogano reciprocamente con crudeltà e paura, attraversano incertezze ed entusiasmi, eccitazioni e abbattimenti, disperazioni e gioie improvvise e continuano a sentire attorno a loro voci, di adulti e di bambini, minacciose o tormentate. E quando si illudono di aver capito, di aver trovato quello che cercavano, nel momento stesso in cui la verità balena accecante davanti agli occhi di tutti, allora il ricordo si azzera, e la verità rimane un “non detto”, qualcosa di inesprimibile o forse da cancellare.
«La scrittura di Rosario Palazzolo è ricchissima – scrivono Enzo Vetrano e Stefano Randisi – ha cadenza e ritmo incalzanti, è disperata e comica, spietata e poetica, mai rassicurante. Ma la provocazione che parte dalla scena, non essendo fine a se stessa, spinge alla riflessione e lascia allo spettatore il compito di completare, ognuno per sé, e ognuno coi suoi tempi e strumenti, un percorso che lo spettacolo fa soltanto intravvedere a squarci, con zoomate improvvise e dispettose sfocature, dando la sensazione di essere trasportati dentro a un sogno i cui contorni rimangono sussurrati, misteriosi, occulti».
«Pertanto, – prosegue poi il drammaturgo – i due personaggi in scena, se ne stanno in un luogo che ha smesso di rivelarsi, a celebrare una cerimonia sghemba, che si annuncia inutile, una cerimonia che li obbliga a un dialogo che solo apparentemente è privo di senso, un dialogo disteso su di una lingua ruvida, deforme, asintattica e svirgolante, un dialogo straripante di silenzi pieni di paura, che man mano si trasforma, e diviene urlo, esigendo un ritmo da tragedia e una musicalità surreale. Fino al fallimento finale. Ché quello pretendono, i due, il fallimento, perché è la loro scelta, il solo modo che hanno per finire qualsiasi cosa pensano d’aver cominciato».
Enzo Vetrano e Stefano Randisi sono attori, autori e registi teatrali e lavorano insieme dal 1976.
Col Teatro Daggide di Palermo, loro città d’origine, condividono l’esperienza formativa del teatro di gruppo. Dal 1983 al 1992 formano una compagnia a Bologna, partecipando a diversi lavori con Leo de Berardinis.
Successivamente con Elena Bucci e Marco Sgrosso conducono uno studio sui classici, vincendo il Premio Gli Olimpici del Teatro 2007 con Le smanie per la villeggiatura di Goldoni. Creano successivamente una nuova compagnia con cui realizzano un repertorio interamente pirandelliano: con I Giganti della Montagna vincono il Premio Le Maschere del Teatro 2011.
Negli ultimi anni lavorano alla drammaturgia poetica e surreale di Franco Scaldati, mettendo in scena Totò e Vicé, Assassina, finalista ai premi Ubu 2017 e Hystrio Twister, e Ombre folli.
Nel 2019 allestiscono Riccardo3-L’avversario, testo di Francesco Niccolini tratto da Shakespeare e interpretano Seneca e Lucrezio nello spettacolo Quando la vita ti viene a trovare, scritto da Ivano Dionigi. Nel 2020 debuttano al Napoli Teatro Festival con ‘A Cirimonia di Rosario Palazzolo.
Rosario Palazzolo è drammaturgo, scrittore, regista e attore. Vincitore della XVIII edizione del Festival internazionale del Teatro di Lugano, nel 2016 è insignito del Premio Associazione Nazionale Critici per la sua attività teatrale. Per il teatro ha scritto Ciò che accadde all’improvviso (2006), I tempi stanno per cambiare (con Luigi Bernardi, 2007), ’A Cirimonia (2009, Premio ACTI 2020 allo spettacolo), Eppideis (2021).
Ha pubblicato Iddi – Trittico dell’ironia e della disperazione (Editoria & Spettacolo, 2016), che comprende i testi Ouminicch’ (2007), Letizia forever (2013) e Portobello never dies (2015), e Santa Samantha Vs. Sciagura in tre mosse (Il Glifo, 2019), che comprende gli spettacoli Lo zompo (2016), Mari/age (2016)e La veglia (2018).
Per la narrativa ha scritto lenovelle L’ammazzatore (Perdisa Pop,2007), Concetto al buio (PerdisaPop, 2010), e i romanzi Cattiverìa (Perdisa Pop, 2013), La vita schifa (Arkadia Editore, 2020), proposto da GiuliaCiarapica per il Premio Strega 2020, e Con tutto il mio cuore rimasto (Arkadia Editore, 2021).
*Foto in evidenza: ‘A Cirimonia (ph Giusva Cennamo)
Fonte: Ufficio Stampa ERT / Teatro Nazionale c/o Teatro Arena del Sole