Il teatro per l’infanzia di Emma Dante è al centro di una Personale che ERT / Teatro Nazionale presenta al Teatro Bonci di Cesena da febbraio ad aprile 2022, aprendo con la prima assoluta del nuovo spettacolo, prodotto da ERT con TRG Onlus in collaborazione con Sud Costa Occidentale.
Sin dai suoi esordi la regista Emma Dante ha esplorato vari generi e linguaggi, mutando continuamente prospettiva. Il suo teatro, che si fa carne nell’incontro viscerale con l’attore e scaturisce da un costante conflitto dialettico, ben si coniuga con l’espressività dei personaggi fortemente tipizzati e degli spazi metaforici caratteristici del teatro per i ragazzi.
Le fiabe che Emma Dante porta in scena sono storie adatte a bambini e adulti: ripercorrono le trame note scoprendo anfratti misteriosi, suggestioni originali, parole nuove per divertirsi e sorprendersi, in un gioco di specchi deformanti e bacchette magiche che “non funzionano troppo bene”. Emerge un’autentica vocazione per fate e principesse, orchi e streghe, che incarnano le tensioni del presente e rinnovano l’invito a non arrendersi alla superficie delle cose.
La fiaba di Scarpette rotte ha inizio in un cimitero, dove una giovane orfana e povera è accucciata sulla tomba di sua madre. Celine non sa dove andare, non ha più niente, neanche le scarpe. È muta.
Di là passa una ricca signora e con uno slancio di generosità decide di adottarla e di prendersene cura. In un attimo la ragazzina si ritrova in una villa circondata da un fantastico giardino, ha una stanza di lusso con l’armadio pieno di abiti, giocattoli, libri, peluche e due servitori tutti per lei pronti a qualsiasi cosa pur di intrattenerla.
Celine riceve in dono le scarpette rosse con la raccomandazione di restare umile e generosa; ritrova la voce, si inorgoglisce, e comincia ad annoiarsi. La noia, il benessere, i capricci, la porteranno a rinnegare i valori più importanti, tra cui la gratitudine e l’altruismo.
Lascerà morire da sola la ricca signora per andare al ballo del re, ma verrà punita: le scarpette rosse attaccate ai suoi piedi la costringeranno a camminare, a saltare, a ballare per i campi, nelle piazze, sui marciapiedi, al mare, sotto la pioggia, al sole, di giorno e di notte. E proprio di notte sarà la cosa più tremenda, perché non potrà più dormire. Danzerà, finché le scarpette rosse non perderanno nuovamente lucentezza e colore.
Dentro la vicenda di Celine si inserisce una sorta di apologo che racconta la storia di due scarpette sorelle.
Una scarpetta rossa abbandonata sul ciglio della strada aveva una speranza: ritrovare sua sorella.
La scarpetta sinistra aspettava, d’estate, d’inverno, ma intanto il suo colore scoloriva e la sua pelle si rattrappiva. Un pomeriggio una macchina la schiaccia bucandole la suola. La scarpetta piange, si dispera, si sente sola ma resiste e continua a sperare. Passano i mesi, gli anni e lei si sente come se piano piano si fondesse con l’asfalto fino a sprofondare giù nel centro della terra.
Ma un giorno, durante un temporale, un fulmine spezza il ramo di un albero. Da quel ramo cade la scarpetta destra sua sorella, nuova, intatta, bellissima. La scarpetta sua sorella, protetta dall’albero a cui era rimasta appesa, è rossa, brillante, un numero 35 da schianto!
Non appena la scarpetta bucata e malconcia riconosce sua sorella, decide di non farsi notare e si immerge sempre di più nell’asfalto, nascondendo la sua punta smussata nel grigio polveroso della strada. Ma la scarpetta destra la vede e corre ad abbracciarla.
Le due scarpette sono diverse: una è rotta e l’altra è perfetta. Come fare per camminare insieme, per ballare e saltare? Passa di là una fata che le sente interrogarsi e subito con la bacchetta magica le rende identiche, usando come modello la scarpetta tutta rotta.
Finalmente insieme, le due scarpette sbiadite e bucate, camminano, saltano, danzano per le strade del mondo, finché un giorno, improvvisamente, ritornano rosse e brillanti.
La felicità non ha a che fare con la superbia, né con la vanità. La felicità ha a che fare con il cammino di due scarpe bucate su una strada. Prima un passo e poi un altro, in un movimento armonioso e febbrile.
Nata a Palermo nel 1967, Emma Dante si diploma a Roma nel 1990 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Nel 1999 costituisce la compagnia Sud Costa Occidentale con la quale vince il premio Scenario 2001 per il progetto mPalermu e il premio Ubu 2002 come migliore novità italiana. Nel 2001 vince il premio Lo Straniero, assegnato da Goffredo Fofi, come giovane regista emergente, nel 2003 di nuovo l’Ubu, con lo spettacolo Carnezzeria come migliore novità italiana, e nel 2004 il premio “Gassman” come migliore regista italiana e il premio dell’Associazione Nazionale Critici del Teatro per la drammaturgia e la regia. Nel 2005 il premio Golden Graal come migliore regista per Medea.
Fra i suoi spettacoli rappresentati in Italia e all’estero: Vita mia, Mishelle di Sant’Oliva, Il festino, Cani di bancata, Le pulle e le tre favole per bambini e adulti pubblicati da Dalai editore, Le principesse di Emma, La trilogia degli occhiali (pubblicata da Rizzoli), Operetta burlesca, Le sorelle Macaluso (premio “Le Maschere del Teatro Italiano” 2014 come spettacolo dell’anno, Premio della critica, Premio Ubu per la regia e come miglior spettacolo), Bestie di scena, La scortecata, Eracle (che a maggio 2018 ha inaugurato il 54° Festival del Teatro Greco di Siracusa), Fable pour un adieu (che ha debuttato nel 2019 a Parigi), Pupo di zucchero e Misericordia, per cui Manuela Lo Sicco ha vinto l’Ubu 2021 come migliore attrice.
Pubblica nel 2007 Carnezzeria. Trilogia della famiglia siciliana con una prefazione di Andrea Camilleri (Fazi editore) e il suo primo romanzo, Via Castellana Bandiera (Rizzoli, 2008), vince il premio Vittorini e il Super Vittorini nel 2009, anno in cui l’artista ottiene anche il premio Sinopoli per la cultura.
Nel 2014 vince il premio De Sica per il teatro e il Premio Ipazia all’eccellenza femminile.
Il suo film Via Castellana Bandiera, tratto dall’omonimo romanzo, presentato in concorso alla 70° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2013, ha valso a Elena Cotta la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile mentre Le sorelle Macaluso, presentato a Venezia nel 2020, nel 2021 ha vinto i Nastri d’Argento e il Globo d’oro.
Nell’aprile 2012 debutta a Parigi all’Operà Comique La muta di Portici di Auber diretta da Patrick Davin, ripresa nel marzo 2013 al Teatro Petruzzelli di Bari con la direzione di Alain Guingal. Lo spettacolo vince il premio Abbiati nel 2014. Nell’ottobre dello stesso anno è al teatro Olimpico di Vicenza con verso Medea tratto da Euripide, musiche e canti composti ed eseguiti dal vivo dai fratelli Mancuso.
Per l’opera, Emma Dante è stata regista in teatri come la Scala di Milano (il 7 dicembre del 2009 ha inaugurato la stagione con Carmen di Bizet diretta da Daniel Barenboim), il Teatro Grande di Brescia (novembre 2021, Iphigénie en Tauride), il Comunale di Bologna (dicembre 2021, La Cenerentola di Rossini prodotta dal Teatro dell’Opera di Roma), il Massimo di Palermo (dove il 20 gennaio ha inaugurato la stagione 2022 con I vespri siciliani di Verdi).
È stata direttrice artistica del 67° ciclo di spettacoli classici al teatro Olimpico di Vicenza, regista principale al Teatro Biondo e direttrice della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” costituita all’interno del teatro stabile della città di Palermo.
Scarpette rotte sabato 19 febbraio (ore 17.30; in replica domenica20 allo stesso orario; lunedì 21 e martedì 22 alle ore 10.00 per le scuole). Il calendario prosegue con le due fiabe di repertorio Gli alti e bassi di Biancaneve (13 e 14 marzo) e Anastasia Genoveffa e Cenerentola (28 e 29 aprile).
Per tutti e tre i titoli sono previste matinée.
*Foto in evidenza: Scarpette rotte foto – © Carmine Maringola
Fonte: Ufficio stampa ERT / Teatro Nazionale