Le lettere scandiscono i 55 giorni del sequestro, sono le ultime parole di Moro: un fiume inarrestabile, che si cercò subito di arginare, silenziare, mistificare, irridere.
Fabrizio Gifuni va in scena al Teatro Arena del Sole di Bologna mercoledì 9 e giovedì 10 febbraio con il suo spettacolo Con il vostro irridente silenzio. Studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro: dopo aver lavorato sui testi pubblici e privati di Carlo Emilio Gadda e Pier Paolo Pasolini riannodando una lacerante antibiografia della nazione, ora l’attore si confronta con lo scritto più scabro della storia d’Italia, il j’accuse del presidente della DC sequestrato nel 1978 e condannato a morte dalle Brigate Rosse.
Durante la prigionia Moro parla, ricorda, scrive, risponde, interroga, confessa, accusa, si congeda. Moltiplica le parole su carta: appunta a mano, su fogli di bloc-notes forniti dai suoi carcerieri. Si rivolge ai familiari, agli amici, ai colleghi di partito, ai rappresentanti delle istituzioni; annota brevi disposizioni testamentarie.
E insieme alle lettere compone un lungo testo politico, storico, personale – il cosiddetto memoriale – partendo dalle domande poste dai suoi sequestratori.
Le lettere scandiscono i 55 giorni del sequestro, sono le ultime parole di Moro: un fiume inarrestabile, che si cercò subito di arginare, silenziare, mistificare, irridere.
Moro non è Moro, veniva detto. Tutta la stampa, in modo pressoché unanime, martellò l’opinione pubblica tentando di sconfessare le sue parole, mentre lui urlava dal carcere il proprio sdegno per quest’ulteriore crudele tortura. «È vero: io sono prigioniero e non sono in uno stato d’animo lieto. Ma non ho subito nessuna coercizione, non sono drogato, scrivo con il mio stile per brutto che sia, ho la mia solita calligrafia. Perché non mi credete? Chi vi suggerisce di non credermi? Amici, non vi lasciate ingannare. Vi supplico in nome di Dio».
Ne emerge un Moro lontano dall’immaginario comune, che nella prigionia tocca infinite sfaccettature di emozioni: dall’abbandono alla delusione, dalla rabbia all’invettiva fino alla collera.
A distanza di quarant’anni il destino di queste carte non è molto cambiato. Poche persone le hanno davvero lette, molti hanno scelto di dimenticarle.
I corpi a cui non riusciamo a dare degna sepoltura tornano però periodicamente a far sentire la propria voce: le lettere e il memoriale sono oggi due presenze fantasmatiche, il corpo di Moro è lo spettro che ancora occupa il palcoscenico della nostra storia di ombre.
Quello di Gifuni è un lavoro di memoria, storica ed emotiva: non interpreta ma si fa abitare dalle parole in un tesissimo corpo a corpo con il testo e con il pubblico, a cui è impossibile sottrarsi.
*Foto in evidenza: Con il vostro irridente silenzio (foto di Musacchio, Ianniello & Pasquali)
Fabrizio Gifuni è uno degli attori più affermati del panorama italiano, teatrale e cinematografico.
È ideatore e interprete di numerosi spettacoli fra i quali il pluripremiato progetto Gadda e Pasolini, antibiografia di una nazione, Premio Ubu nel 2010 come miglior spettacolo e miglior attore per L’Ingegner Gadda va alla guerra, con la regia di Giuseppe Bertolucci.
Nelle ultime stagioni è stato protagonista di Lehman Trilogy, ultimo capolavoro di Luca Ronconi e di Freud ovvero l’interpretazione dei sogni, per la regia di Federico Tiezzi.
Ha concentrato negli anni la sua attenzione su un’idea di ‘rapporto vivo’ con la lingua italiana. Autori della grande letteratura come Gadda, Pasolini, Testori, Pavese, Caproni, ma anche Dante, Manzoni, Camus o Cortazar sono stati alcuni dei suoi banchi di prova.
Al cinema e in televisione – circa quaranta i titoli – è stato diretto, fra gli altri, da Gianni Amelio, Marco Tullio Giordana, Liliana Cavani, Edoardo Winspeare, Paolo Virzì, Daniele Vicari, Pupi Avati e Marco Bellocchio. Rivelazione europea al Festival di Berlino e Globo d’oro della stampa estera nel 2002, tre volte Nastro d’argento (2003, 2014 e 2018), Premio Gianmaria Volonté nel 2012. Nel 2014 riceve il David di Donatello per il film Il capitale umano.
Fonte: Ufficio stampa Stampa Arena del Sole