Il caso di cronaca dell’uomo che ha cambiato la legge sulla legittima difesa.
Gugnano, piccola frazione di Casaletto Lodigiano, 5 dicembre 2021.
“Grande stima e ammirazione, con simpatia”, firmato Mario Cattaneo. Dedica sulla prima pagina disponibile del suo libro di memorie e di difesa. Nel titolo “Mario Cattaneo: quale colpa?” c’è già il programma e la traccia dello svolgimento, che ci anticipa da cuoco venendo a curiosare di tanto in tanto tra i tavoli degli ospiti con la sua casacca bianca inappuntabile per informarsi di come va e dell’indice di gradimento delle sue pietanze tradizionali.
Siamo al confine tra le province di Lodi e di Milano, a sud di Melegnano, una terra a vocazione agricola, una madre “operosa, produttiva e generosa” di cui si sente orgogliosamente figlio. Vicino a questo borgo agricolo la piana estesa di Bascapè, dove è precipitato con il suo aereo qualche decennio fa, il 27 ottobre del 1962, Enrico Mattei che aveva fatto dato alla questione energetica italiana una svolta, divenuto suo malgrado eroe tragico. Forse la tragedia è il tratto comune dei grandi uomini, per quanto dimostrino un atteggiamento “umile e umano”, rivendicato anche da Mario Cattaneo, che scopro nativo di San Giuliano Milanese. Sul tavolo una bottiglia di vino con la scritta #iostoconmario. Non capisco e glielo chiedo mentre s’informa al nostro tavolo se va tutto bene.
Eravamo alla ricerca di un ristorante della bassa dai cibi semplici e tradizionali ed ecco che incappiamo in una storia tragica, un furto notturno e un’aggressione terminati con la morte di quel “diseredato”, poi riconosciuto come Petre Ungueranu, rumeno di 32 anni. Un fatto di cronaca nera da cui comincia il “calvario giudiziario” di Mario, come lo definisce Franco Maccari, segretario generale del sindacato di polizia COISP. Questa intrusione notturna nella sua “Osteria dei Amis” a piano terra della casa dove abita al piano superiore avviene fra il 9 e il 10 marzo 2017. Da allora non c’è più pace nella vita di Mario e della sua famiglia, la moglie Fiorenza e il figlio Gianluca sposato a sua volta con Elena e padre di 3 figli. Questa della protezione verso la famiglia è una costante che emerge in ogni passo del suo libro di memorie e di difesa giuridica, e trova una solidarietà imprevedibile ma molto apprezzata nei suoi amici, compaesani e cittadini da ogni parte d’Italia. Perché non si capacita del fatto che lo Stato non lo ha tutelato abbastanza, come per molti altri casi che accadono quotidianamente, e anzi lo ha costretto a difendersi, lui vittima di un’aggressione a scopo di furto, dall’accusa di omicidio volontario, poi tramutato in eccesso colposo di legittima difesa per la morte del ladro, che era penetrato nottetempo con i suoi complici al fine di derubarlo dei suoi averi. Mario si era precipitato a vedere, una volta svegliato di soprassalto dalle grida del figlio. Aveva imbracciato il fucile da caccia per potersi difendere ma era incappato nel ladro che voleva impadronirsi dell’arma da usare contro Mario e la sua famiglia, e svaligiare sotto minaccia la casa, visto che il malloppo di appena 60 € e di qualche pacchetto di sigarette sottratti dall’Osteria non lo soddisfaceva. Nel parapiglia e nella colluttazione era partito un colpo non esploso da Mario ma partito accidentalmente.
Quanta fatica per dimostrarlo!
Il libro è la storia passo dopo passo di questo processo e della difesa strenua degli avvocati Stochino ed Ercoli. E nello stesso tempo Mario racconta la sua vicenda umana, la sua fanciullezza trascorsa nella Cascina a San Giuliano Milanese e sulle malghe bergamasche per accudire il bestiame, l’amore per il cibo e la sua preparazione, quello per Fiorenza e la sua famiglia. Un eroe normale insomma. Sa che la materia è incandescente e si presta a strumentalizzazioni ma lui non ritiene che debba essere divisiva e che lo Stato a tutti i livelli debba garantire la tutela e l’incolumità dei cittadini. Il processo volge decisamente verso il riconoscimento della sua non colpevolezza e così Mario viene assolto, ma non dimentica la solidarietà e l’amicizia di chi è sceso in campo a difesa della sicurezza sua e dei cittadini, vittime dei “diseredati” e di un mancato controllo del territorio. “Questo libro non ha uno scopo strettamente divulgativo, è nato con l’idea di ordinare pensieri ed emozioni… perché non vadano perduti nell’oblio della senescenza e rimangano per chi vorrà leggerli a futura memoria, soprattutto mia.” – è lo stesso autore a spiegare il senso di questo scritto, edito da sé medesimo, pp. 110.