Gli scatti della serie itinerante “Forme sfuggenti” scelgono come set fotografici alcuni scorci storici e naturalistici, tra questi due cicli sono ambientati nelle Alpi.
Dal 2018 è attiva in Austria, Francia, Italia, Svizzera e nel Principato di Monaco la serie itinerante «Forme sfuggenti», dedicata all’opera artistica di Erminio Tansini.
Fra la produzione pittorica e scultorea dell’autore l’iniziativa seleziona i lavori realizzati con tronchi, rami, radici e ceppi rinvenuti lungo spiagge e torrenti.
La rassegna allestisce shooting che ambientano e fotografano queste creazioni in scenari come edifici monumentali, parchi archeologici, falesie, radure boschive, corsi e specchi d’acqua.
Quello della rigenerazione è uno dei temi fondamentali della scultura tansiniana, a cominciare proprio dal legno con cui sono realizzate le opere: corroso dalle intemperie, levigato dall’acqua e dalle rocce, sbiancato dal sole.
Erminio Tansini risana questa materia apparentemente inutilizzabile e la dona a una sorta di nuova vita artistica.
Crea intrecci e agglomerati di masse giocati sulla pareidolia: vi appaiono e scompaiono profili mutevolmente riconoscibili secondo il punto di vista e la sensibilità dell’osservatore, fugaci e cangianti.
Pur impiegandoli anche come modelli per le fusioni in bronzo, per molti anni l’artista ha considerato questi suoi lavori come un fatto intimo, evitando di esporli.
Hanno debuttato nel 2017, quando l’autore è stato invitato e ha partecipato alla 57ª Biennale di Venezia, proprio con una composizione di quattro opere in legno.
Dall’anno successivo le immagini di «Forme sfuggenti» sviluppano ulteriormente il motivo tansiniano della rigenerazione.
Sovrapposizioni visive, luci e prospettive fanno interagire le sculture con gli elementi naturali e architettonici circostanti fino alla reciproca trasfigurazione: si creano così scene fantastiche, oniriche e surreali, colte nella loro fugacità e fissate tramite l’obiettivo della fotocamera.
Fonte: Ufficio stampa Serena Cominetti