L’uomo, l’attore, l’artista e il personaggio. I diversi aspetti di un unico personaggio: un personaggio unico.
La vita è uno spettacolo: questo il filo conduttore di #LEGENDS, evento andato in scena al Castello Mediceo di Melegnano lo scorso venerdì 10 dicembre, promosso dall’Assessorato alla Cultura Città di Melegnano e curato da Viviana Gandini, che ha visto come protagonista Ezio Greggio.
L’uomo, l’attore, l’artista e il personaggio, i diversi aspetti di una lunghissima carriera: aneddoti, ricordi e memorie commentati e analizzati, mentre lo schermo, nella iconica Sala delle Battaglie raccoglieva le immagini dei miti del cinema, del teatro e della televisione che sono stati ispirazione e stimolo del suo percorso artistico.
Un monologo alternato dalle immagini dove a moderare e coordinare, come una abile regia delle parole, Andrea Morandi, direttore del magazine digitale Hot Corn; Ezio Greggio porta allo spettatore le due facce della stessa medaglia, difficile infatti distinguere, nel suo caso, l’uomo dall’artista, un pregio che è una peculiarità. Del resto, proprio lui, nella conferenza stampa di presentazione racconta delle sue esperienze come di un predestinato. -Sentii, dopo due minuti che ero nato, la risata dell’ostetrica e capii che ero nato per divertire -.
Bambino e ragazzo nelle scuole di Biella dove cominciò le sue performance imitando compagni e professori. Poi una gita a Parigi, all’alba della maturità, segnò il destino attraverso un incontro con una troupe che stava girando un film con Jean Paul Belmondo. Restò incantato da quel mondo e decise che lo avrebbe fatto il suo. La Sberla, Drive In e Striscia la Notizia, tutti programmi del piccolo schermo dove ha assunto un ruolo essenziale e duraturo.
A seguire il cinema, non solo come “attore comico”, veramente riduttivo nel suo caso, ma anche promotore ed organizzatore con il Festival della Comèdie a Monte-Carlo, ormai arrivato ad un ventennio di vita. Una manifestazione quest’ultima che lo rende particolarmente orgoglioso, per un genere che ha dato lustro e vanto alla cinematografia nostrana e che qui evidenzia tutto il suo potenziale.
Nella scenografia degli splendidi affreschi di un Castello che Greggio trova straordinario, lo spettatore è condotto in un percorso quasi senza respiro di battute recitate con naturale ironia.
Lo spettacolo, se così lo possiamo chiamare, ha la freschezza di uno spot e spunti di riflessione e meditazione propri di quella “comèdie”, guarda caso, da lui tanto amata.
La consueta richiesta di autografi, con il contributo organizzativo del “Sorriso dei Popoli” ha concluso la serata, così mentre usciamo non resta che chiederci: -È lui o non è lui?- con la pronta risposta: -Cerrrrto che è lui!-.
Luciano Passoni