Dal 9 al 14 novembre, al Teatro Studio, Stefano Massini ricrea la sua “officina del racconto dal vivo” e restituisce, attraverso il potere evocativo della parola, accompagnato dalle improvvisazioni jazz di Paolo Jannacci e Daniele Moretto, le tante piccole, grandi storie, nascoste tra le pieghe del nostro presente.
Storie di Stefano Massini è stato per ben due volte il simbolo del ritorno del Piccolo a incontrare il pubblico in presenza, dopo il lockdown, nel giugno del 2020, all’aperto, poi, nell’ottobre dello stesso anno, in sala, prima che la pandemia costringesse di nuovo la comunità a rinunciare al rito del Teatro. A un anno di distanza, Storie riprende il suo viaggio, attraverso le pagine della letteratura europea, tra le pieghe della storia, in una quotidianità che è stata fortemente provata da quanto è avvenuto: sono storie che aspettano solo di essere scoperte e che Massini, con l’accompagnamento di Paolo Jannacci al pianoforte e Daniele Moretto alla tromba, porta all’attenzione degli spettatori.
«Che cosa c’è prima di un testo? – dice Massini –. Semplicemente: la scintilla di una storia, l’innamoramento per la sua forza, per gli echi che contiene, e dunque la volontà di raccontarla. Solo che le storie si nascondono ovunque. Soprattutto oggi, nella proliferazione dei mezzi di comunicazione, in cui la bulimia del narrare a tutti i costi si traduce in valanghe di sequenze inutili. Scopri allora che all’alba del Terzo Millennio uno scrittore è innanzitutto questo: un rabdomante, un cercatore d’oro del Klondike alla ricerca di vene sepolte, nascoste, sedimentate. Proviamo a farci strada nell’officina del racconto, laddove prende forma il viaggio antico dell’evocare, quel sistema di metafore e rimandi che Borges definiva incanto, magia, anatomia incredibile del reale. È l’anticamera di future storie, il prologo del non ancora detto, il Libro della Genesi in cui la creazione è ancora tutta da organizzare. In Principio fu il Verbo. Ovvero: niente esisteva, ma tutto cominciò a vivere nell’attimo stesso in cui qualcuno scelse la sua storia. E noi ci stiamo tutti dentro. È solo un gioco di specchi, in fondo».
Fonte: Ufficio Stampa Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa