Mettere in discussione convincimenti e luoghi comuni, procedere per interrogativi e metafore, avvertire il bisogno di non perdersi totalmente nelle riflessioni che generano solo dubbi.
Meno sappiamo e più lunghe sono le nostre spiegazioni.
Nella metropolitana milanese in questo periodo dell’anno, poco prima di novembre, ascolto frasi del tipo : “Scendo giù per i morti”, “Vado a trovare chi non c’è più” …… e potrei lungamente continuare.
Mi verrebbe da chiedere: Scusa, amico, chi è che vai a trovare? Chi non c’è più? Mi spieghi allora chi incontri?
La nonna paterna si era sempre rifiutata di andare a trovare i suoi trapassati, mi diceva: “Li c’è una foto, un nome, quello che resta del nostro essere terreni, ma, mancano coloro i quali andate a trovare”, non contenta, con un sorriso ironico aggiungeva: “Avrò una eternità, poi, per stare con loro”.
Il rispetto che una volta si dava senza se e senza ma, mi ha sempre indotto al silenzio su cose che non condividevo a pieno.
Era una estremizzazione, forse, ma c’era del vero in quel semplice e disarmante modo di interpretare la fine della nostra strada terrena che finisce dove iniziano “gli alberi pizzuti”. Oggi c’è Halloween, una mascherata a tema, per continuare in ogni occasione il rito della quotidiana dissacrazione commerciale.
Novembre si avvicina, novembre, periodo in cui il pensiero dedicato a coloro che hanno “cambiato residenza” è il tempo in cui un numero maggiore di persone si ricorda di ricordarli. Mi sono sempre chiesto perché poi tutto si dirada? Perché precipitarsi come per i regali natalizi, se è vero che il loro è un sonno eterno, che premura c’è ad andarli a trovare proprio in quei giorni, tanto di li non si muovono, salvo sfratti burocratici per i più poveri che hanno una concessione “abitativa” solo temporale.
Neanche la morte livella veramente le differenze terrene; i più ricchi, quelli si hanno un sonno eterno e non devono subire l’onta della rottamazione per finita locazione.
Mia madre non c’è più da qualche anno, a lei si è aggiunto mio padre, a loro va sempre il mio pensiero e le rare volte che mi ricordo di pregare non manca un “eterno riposo dona loro Signore”; eterno riposo? e la resurrezione?
Una qualche resurrezione, con varianti dottrinali, ci deve pur essere e non è certo nel riprendersi un corpo che forse neanche tanto ci piaceva. Malgrado dubbi e ragionamenti solitari la vocina interiore mi fa sentire in colpa e cresce l’imbarazzo per una giustificazione che non convince neanche me stesso.
Sarebbe contenta mia madre del nostro saluto che non le manca in altri periodi, sarebbe contenta di un gesto nella giornata in cui tutti, per convinzione o convenzione si recano in quel luogo sacro, potrebbe dire a chi gli riposa vicino: “mio figlio è venuto apposta da Milano”.
Illusioni, il loro mondo, se esiste una vita dopo la vita è fatto certamente in maniera diversa.
Che senso avrebbe smettere una esistenza condizionata dagli sguardi e dai giudizi altrui per continuarla poi identica in un’altra dimensione. Se è vero che parliamo di un’altra dimensione, il luogo non conta, contano i gesti anche se fatti a distanza.
Mi rattristano le tombe abbandonate, non scendendo al paese per questa ricorrenza, da qualche anno ho adottato un “dimenticato”, uno sconosciuto, solo qualche brutto fiore di plastica veglia su quel sonno eterno, quei fiori scoloriti che non oso rimuovere, danno il segno di un lutto remoto. In quel luogo dove prevale la sensazione della pace, del riposo eterno che tutti i rituali promettono ai defunti mi reco per un gesto liberatorio. Faccio visita a detta cappella ed ogni volta constato che nessun essere umano ha varcato quella soglia. Cancello sempre socchiuso dal quale si riesce ad osservare tutto l’interno….. sempre più sporco a causa della polvere che si accumula. Non amo i fiori recisi. Acquisto dei lumini, il fuoco è luce … finchè dura.
Mi va solo di sottolineare la potenza evocativa dei lumini sulle tombe dimenticate; oltre al gesto cristiano offrono la possibilità di riflettere, spaziando con la fantasia, su quell’arco di tempo che ha visto protagonista su questa terra il “caro estinto”. Dietro ogni pietra fredda c’è sempre una storia di vita, che sarà conservata nella memoria dei sopravvissuti fino a che sarà possibile; dopo, qualche mano pietosa accenderà un lumino.