Il giorno 9 ottobre 2021 alle ore 11.00, inaugura presso gli spazi della Ex Cartiera Latina la mostra SEMI VUOI BENE di Alberta Piazza e Sergio Vecia, con un testo critico a cura di Roberta Melasecca.
SEMI VUOI BENE è un progetto che nasce dalla precedente mostra SEMidei, presentata nel 2019 e 2020 a Roma e a Viterbo, e che prosegue le riflessioni sul mondo imperscrutabile dei semi, simbolo di totalità, nascita, crescita e divenire, per ampliarle a quelle più generali della salvaguardia dell’ambiente: gli artisti, dunque, invitano a ripensare al rapporto che ognuno di noi instaura ogni giorno con l’habitat in cui vive attraverso piccoli gesti quotidiani di rispetto, amore e responsabilità. In mostra all’Ex Cartiera una serie di opere di Alberta Piazza che, in questa seconda fase del progetto, predilige nelle sue tele l’utilizzo di colori minerali e argille con pigmenti colorati; Sergio Vecia invece implementa il macro-mondo dei semi con nuove narrazioni e visioni.
“Alberta Piazza e Sergio Vecia tendono, con la loro ricerca artistica, a recuperare un’unità con la parte primordiale dell’universo, con i cicli della terra e la capacità rigenerativa della vita, osservando ed indagando elementi piccoli, all’apparenza inerti e immobili ma che hanno sempre accompagnato l’uomo nel corso della storia. I semi sono l’inizio e la fonte di ogni vita, simbolo di crescita ed evoluzione genetica, espressione della diversità e della moltitudine, della natura e della cultura. Autentiche macchine del tempo biologico, in essi sono scolpite le tracce di millenni di adattamento naturale, variando dimensioni, architettura esterna ed interna, durezza e forma in base ai cambiamenti climatici e delle specie. Ma sono anche incarnazione della coltura che li ha forgiati, convergenza tra intelligenza umana e intelligenza naturale, organismi sofisticati che contengono passato e futuro: il seme proviene dalla pianta che non vedi più, e porta in sé quella che non vedi ancora, recita un detto indiano.
Sergio Vecia rielabora le sue scoperte attraverso il mezzo fotografico: osserva con stupore, affascinato dalla misteriosa ed ineffabile presenza e dagli enigmi di forme quasi estranee ed aliene. Ne comprende l’immaginifica forza primaria ed elementare, racchiusa e cristallizzata, pronta, secondo un preciso piano accuratamente progettato, ad esplodere e svilupparsi. Dispone ogni seme, piccolo o grande, variamente irto di diversità, sotto il flusso continuo della luce: sospeso in una dimensione intermedia, ogni seme si svela, rivela le trame della sua complessità, mantenendo intatto e preservato il segreto della vita che scorre. Ogni scatto è un gioco di eterei bagliori che, nelle ombre, dichiarano esseri dormienti: pazientemente attendono mutamenti e passaggi, sospendono processi vitali o controllano i geni che li caratterizzano, solo perché affiori, immancabile, l’esistenza. Con necessità di sondare le infinite varietà, quasi come a rispondere ad una esigenza di catalogazione, Vecia indossa una lente invisibile, rivelando ai nostri sensi suoni e profumi, movimenti e cadenze, in una concertazione di danze ancora inespresse, fino a coincidere egli stesso come una parte del tutto.
Alberta Piazza conosce il trascorrere delle stagioni, la vita che muore e si rigenera: con le sue stesse mani ne accarezza la preziosità e l’inevitabilità per la sopravvivenza, ad ogni levar e sparire del sole. Opera con frammenti e radici, semi nascosti, legni e terre: li avvolge per custodire memorie e sapienze, ne snoda le storie lente e persistenti, ne racconta il lungo fragile andare. Su ogni tela e carta Alberta copre e conserva, rileva tracce e imprime segni, in un processo continuo e circolare di dissoluzioni e apparizioni: alterna materiali caduchi, reversibili e disintegrabili, che percorrono storie e viaggi nel tempo e nello spazio, riproduce suoni ancestrali di eterni voli. Con estrema accuratezza ricerca i minimi elementi, ne amplifica colori e forme attraverso un processo di sacralizzazione che lascia intravedere nuovi mondi e nuove vite da percorrere. Con l’atto di coprire e, allo stesso tempo, di portare in superficie, l’artista ci traghetta verso le origini remote dell’esistenza, tramandando riti di conoscenze e culture perpetuate nei secoli.” (dal testo critico di Roberta Melasecca)
Alberta Piazza, veneziana, completa la sua formazione professionale a Milano, frequentando l’Accademia delle Belle Arti di Brera. È stata per molti anni art director nel settore pubblicitario a Milano e a Roma. Ha partecipato a numerose mostre in ambito nazionale e internazionale. Vive e lavora tra Roma e l’Umbria. Tra le principali esposizioni e residenze: 2021 1° premio Nuove Proposte – Premio Adrenalina 6.0 / 2020 Human Perceptions, CoGalleries – Berlino / 2019 Paper Art International , Berna (Svizzera) / SEMIDEI Doppia Personale, galleria Il Laboratorio – Roma e Orto Botanico della Tuscia- Viterbo / Rospigliosi Art Prize – Zagarolo Roma 2018 RAW Rome Art Week 2017 Riarteco Cosenza, Roma, Pesaro, Siena, Genova, Milano / TINY Biennale – Temple University Roma 2016 RAW Rome Art Week / ABSTRACTA villa Comunale di Frosinone / ART Expo Genova – Palazzo Stella 2015 Lembi aperture e profanazioni – SET – Roma / Pigneto Città Aperta – TUBA – Roma Atelièr Aperti Pigneto – Roma 2013 Residenza a Metaponto – Pisticci (Matera) /Affordable Art Fair – Macro “La Pelanda” Roma 2012 Premio Nocivelli – Brescia 2011 Selezione “Mostra Nuova Percezione Visiva” – Palermo / Collettiva Arte Moderna – Firenze / Arte Moderna Centro Culturale Franco Italiano Espace Cosmopolis – Nantes (Francia) 2010 1° premio di pittura Lions Club per l’Arte Contemporanea / Finalista Rassegna di Arte Contemporanea “La nave e il mare” – Satura Art Gallery -Genova / Prima mostra sulla “Micronarrazione e Libro d’Artista” – INART – Roma / Extempore – Castello Orsini Bomarzo – Viterbo 2008 Nuove tendenze dell’Arte – Monaco di Baviera / “Visione #00” – INART – Roma
Sergio Vecia (Roma,1953). Ha iniziato ad usare la fotografia come strumento espressivo all’età di 15 anni, in seguito al ritrovamento fortuito di una macchina fotografica. Fotoreporter per circa tre anni a Roma, nel 1979 fonda lo studio Spazio Visivo insieme ad altri tre fotografi, specializzandosi in pubblicità, fotografia per i beni culturali, video e progetti multimediali. Tra i principali premi e progetti: realizzazione del Libro Exempla di poesia ed immagini insieme due autori; realizzazione del libro 20×13 Fotografia e Poesia; primo premio concorso cortometraggio Filmare con La Giostra; premio al Concorso Corti Filmare; primo premio al Concorso corti Roma 2009; finalista con il cortometraggio Indagine 345 al Concorso corti Roma; Collettiva fotografica Roma Euritmia; Premio al I°Premio Fotografia Genova Saturarte 2010; Collettiva Genova Il giallo 2010; Premio al Genova biennale d’arte 2011; terzo premio Fotografia Satuarte 2011; Finalista Spazio Ottagoni 2011; Finalista collettiva Art Prize 2011; Premio al Concorso Biblioteca Angelica Oltre il Libro 2016; SEMIDEI Doppia Personale, Spazio Il Laboratorio – Roma e Orto Botanico della Tuscia- Viterbo 2019.
Fonte: Ufficio Stampa Roberta Melasecca – Melasecca PressOffice – Interno 14 next