Quando diventa possibile fare più cose insieme, nello stesso tempo e in più realtà.
La bilocazione, cioè il fatto di potersi trovare in luoghi diversi (distanti anche tanti chilometri) nello stesso tempo, era appannaggio dei santi (e neppure di tutti). Da sempre è stato un “pio” desiderio per molti (senza riferimento a san Pio da Pietralcina noto per le sue bilocazioni), soprattutto di manager e persone impegnate.
Ora è una possibilità per (quasi) tutti.
La tecnologia ha abolito anche questa barriera spazio temporale, consentendo di fare più cose insieme in diversi ambiti e ambienti.
La mattina si accendono computer e cellulare (ammesso che li sia disattivati nelle ore notturne) e c’è solo l’imbarazzo di cosa guardare prima e con quale criterio: le mail (per lo più di lavoro o di pubblicità), o Whatsapp (tra chat personali e chat di gruppo: a quale dare priorità, a quella di lavoro – ma sono varie anche queste, e quindi richiedono criteri di priorità di visione – o a quelle dei buontemponi?), o Messenger più legato ad amicizie di Facebook, o Telegram che è come Whatsapp “ma è più sicuro”, o la messaggistica di Teams dove scrivono i colleghi? Poi c’è pure qualche sms che resiste, quanto meno per la segnalazione di chiamate non risposte.
Ovviamente si consideri che, qualora non si dia l’opportuna priorità alle varie messaggistiche, si verrà redarguiti, perché gli interlocutori vedono che ci si è connessi ma, ignorando che ci sono 300 messaggi da guardare, chiederanno come mai non si sia data immediata risposta alla loro richiesta (del resto la celerità di contatto richiede pure celere risposta … e l’interlocutore medio vede solo il suo orticello). Sorvolando sul fatto che magari si sono scritti dieci messaggi ad un amico su Whatsapp e poi, quando si è finalmente giunti ad aprire Facebook, si scopre che è il suo compleanno e si è stato l’unico a non aver ancora fatto gli auguri, anzi lo si è importunato con argomenti stucchevoli.
L’apoteosi dei collegamenti a 360 gradi la si raggiunge durante l’orario di lavoro – e la pandemia ha dato una grande spinta in questa direzione – dato che si riesce a fare più cose insieme (prima assolutamente non possibili): si partecipa a riunioni, magari intervenendo, e intanto si seguono eventi, si risponde alle mail, si impostano nuove mail alla luce di quanto deciso in riunione, si chatta coi colleghi su temi di lavoro, magari aggiungendo un commento sulla pettinatura della bellona del gruppo. Intanto si danno disposizioni, si colgono sfoghi, si rilanciano commenti, pure qualche battuta per sdrammatizzare. In questa bolgia comunicativa è pure possibile scrivere alla fidanzata, confermare la partita di calcetto, fare il galante con l’ultima conquista su Facebook.
Questa è la nuova bilocazione – non per dono sovrannaturale ma grazie alla tecnologia – che consente di essere presenti ad eventi in più parti del mondo (magari anche in contemporanea) e riuscire a gestire tutta la comunicazione su temi e con persone disparate.
Insomma si riescono a fare tante cose insieme (anche più di due, che erano quelle che riuscivano ai santi). Siamo più produttivi e più multitasking, magari riusciamo anche a risolvere più problemi, che comunque non si eliminano mail e crescono sempre, ma siamo anche più felici?
C’è il rovescio della medaglia. Tanta efficienza è produttiva? Realizza l’uomo? Tanta versatilità si concilia con il benessere personale? La qualità della vita ne risente?
Ce lo diranno gli psicologi o i cardiologi. Al momento è sicuramente stimolante ma non si può non avvertire qualche problema di concentrazione, di stanchezza, di aumento del rischio di gaffe.
Tanto attivismo lascia indietro chi non riesce a stare al passo o chi è solo più razionale o più tradizionalista nei metodi di lavoro e di comunicazione.
Il giusto mezzo è sempre quello più indicato. La tecnologia è un supporto, consente di fare tante cose ma non tutto quello che è possibile è giusto o è opportuno.
La linearità è sempre l’approccio migliore. L’ubriacarsi di comunicazione non sempre va bene. A lunga scadenza il conto si paga. Meglio trovare ogni tanto qualche ora per riposare o per una passeggiata o una birra con gli amici, possibilmente togliendo al cellulare il dispositivo dati mobili.