I suoi film hanno formato la generazione degli anni Ottanta.
I ricordi sono tra i tesori più preziosi e al contempo intangibili che abbiamo in quanto esseri umani. I più importanti e felici sono quelli che ci fanno ricordare la nostra infanzia. Spesso sono ricordi di emozioni forti legate a qualche esperienza: un viaggio, un evento, una storia ascoltata o “vissuta” grazie a un film. In questi casi, in campo letterario, si cita sempre la celeberrima “madeleine” di Proust. Credo che anche il cinema ricopra un ruolo importante nella nostra formazione, fin da bambini, essendo la “fabbrica dei sogni” per eccellenza. Grazie alla potenza delle immagini e delle colonne sonore che le accompagnano, i film ci aiutano a sognare, immaginare e, proprio come i libri, a vivere delle storie.
È per questo motivo che sono stato profondamente toccato dalla scomparsa del regista e produttore Richard Donner, venuto a mancare il 5 luglio scorso all’età di 91 anni. Appena appresa sul web la notizia della sua morte, lì per lì il nome del cineasta non mi diceva nulla. Subito dopo aver letto la sua filmografia, mi sono commosso perché Donner è stato il regista, oltre che della saga di “Arma letale” con Mel Gibson, anche di tre pellicole che hanno caratterizzato la mia infanzia: il primo “Superman” (1978), “Ladyhawke” (1985) e, soprattutto “I Goonies” (1985).
Tre film che venivano riproposti di continuo in televisione negli anni Ottanta, insieme a tanti altri film di fantasia o avventura: la prima trilogia di “Star Wars” di George Lucas, “Flash Gordon” di Mike Hodges, “Ghostbusters” di Ivan Reitman, “Highlander” di Russell Mulcahy, i primi due “Indiana Jones” di Steven Spielberg, “E.T.” sempre di Spielberg, “La storia infinita” di Wolfgang Petersen, “Ritorno al futuro” di Robert Zemeckis”, “Gremlins” di Joe Dante e “Labyrinth” di Jim Henson con David Bowie.
Il cinema degli anni Ottanta proponeva tante storie di avventura e fantasia adatte a coinvolgere non solo gli adulti, ma anche i più giovani. Molti di noi si sono appassionati al cinema vedendo proprio queste pellicole, che, seppur fossero commerciali, erano capaci di trasportare i giovani spettatori in mondi affascinanti. Questi lungometraggi si caratterizzavano anche per le colonne sonore, sorrette da temi principali memorabili e potenti, che davano un’anima al singolo film.
Sono legato in maniera profonda ai tre lungometraggi “Superman”, “Ladyhawke” e “I Goonies” girati da Richard Donner. Li vedevo di continuo anche grazie al videoregistratore (con le “magiche” cassette vhs).
Per quanto riguarda “Superman”, ricordo che il tema principale della colonna sonora mi emozionava sempre, ogni volta che la ascoltavo. Adoravo poi il fatto che Superman avesse un’identità doppia: Clark Kent, reporter impacciato e mansueto, e “Superman”, il super eroe venuto dallo spazio e protettore della Terra. Trovavo poi esilarante il personaggio del villan Lex Luthor, interpretato da un ispiratissimo Gene Hackman. Si dice che s’impuntò con la produzione affinché non apparisse calvo nel film, eccetto che nell’ultima scena, come invece avrebbe richiesto il suo personaggio.
“Ladyhawke” racconta invece una storia d’amore impossibile e maledetta, ambientata nel medioevo, con protagonisti Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer. Anche in questo caso mi colpiva molto la colonna sonora, oltre che vedere le trasformazioni in parallelo di Isabeau in falco di giorno e in donna di notte, e di Etienne in uomo di giorno e in lupo di notte. I due personaggi si amano e proteggono a vicenda nonostante il maleficio che li condanna a cambiare specie di giorno e di notte, ma per fortuna il film termine con il lieto fine che tutti conosciamo.
Infine “I Goonies”, un capolavoro del cinema per ragazzi. Penso di averlo visto almeno cinquanta volte e continuo a farlo. È uno dei film che ha influenzato di più la mia infanzia. La strampalata banda fratelli di origini siciliane, dei ragazzi disperati e pronti a traslocare per speculazione edilizia, che si imbattono, per caso, in una fantastica avventura con tesori nascosti, trabocchetti e pirati, sono tutti ingredienti che rendono unica questa pellicola.
Davvero grazie Richard Donner per aver realizzato queste pellicole così cariche di emozioni che, insieme ad altri capolavori dei “felici” anni Ottanta, hanno fatto avvicinare al cinema la mia generazione.