Considerazioni non richieste sulla scomparsa di un campione e sull’ora in cui far nascere il Salvatore.
Mosso dal desiderio di “viaggiare”, esco di casa e mi avvio. Non ho premura, non servono biglietti o posti a sedere prenotati, da sempre i miei viaggi, quelli senza reale partenza, possono essere brevi o non finire mai. Oggi mi accontento di arrivare solo un po’ più in là, girato l’angolo della mia casa.
Uno spazio verde, qualche attempato signore che si fa portare a spasso dal proprio cane. In posti banali come questo riscopro la bellezza delle piccole semplici cose. Silenzi cercati, non sono mai la negazione della parola ma bisogno di ascoltarsi senza la mediazione della bugia. Ho fatto scorta di telegiornali, su tutti i canali e in tutte le lingue, devo disintossicarmi. Pare sia morto un “dio” e già la cosa mi ha meravigliato e non poco. Ho frequentato a tempo debito il catechismo è mi hanno insegnato che “Dio” non muore è eterno.
Ho visto, sul piccolo schermo, nazioni e città in lutto, milioni di “fedeli” che lo hanno elevato a entità sopranaturale, murales e ex voto, testimonianze di coloro i quali ne sono stati sfiorati anche solo con lo sguardo e si sono sentiti parte di una storia. Tra non molto si parlerà anche di miracoli. Il tempo sarà la medicina per smaltire le ubriacature collettive, ora per lui come per qualsiasi altro essere umano una preghiera può essere utile.
Ma non finisce qui, pare che un Ministro (non del culto) voglia far partorire Maria con qualche ora di anticipo. Credo di essere la persona meno adatta a scandalizzarsi in quanto risale a qualche decennio indietro la mia partecipazione alla veglia della Messa Natalizia. Tutto è diverso da come mi hanno insegnato, forse era tutto sbagliato. Almeno l’ingenua illusione che in un luogo lontano sia venuto al mondo il vero “Salvatore” che pur non giocando al pallone e nato e morto per l’umanità e non per una coppa campioni lasciatemela. Forse l’ora non conta, anzi devo dire grazie a questo Ministro che mi ha fatto venir voglia di restare vigile sin dopo la mezzanotte e salutare da battezzato un “appuntamento” che era diventato solo una data per scambiarsi i regali, forse e mai come quest’anno percepirò il vero senso di questa ricorrenza.