
Da Toni Lardera a Tony Dallara, il passaggio che segna l’affermazione dell’innovativo ‘urlatore’ sulla scia dei grandi del rock americano, da Bill Haley che lo incanta con ‘Rock araound the clock’ e ‘Shake rattle and roll’ e poi Elvis Presley e Little Richard che lo convince con la sua ‘voce graffiante e urlata’ a perseguire la strada mai prima tentata in Italia.
Tony Dallara è figlio d’arte. Il padre Battista era corista al Teatro alla Scala. Conobbe Lucia, giovane molisana, durante il servizio militare. Se ne innamora e la sposa. Nascono 5 figli, l’ultimo è Toni nel 1936. Da Campobasso si trasferiscono subito a Milano. Anni difficili, pane razionato e tessera annonaria. I ricordi della situazione economica difficile sono stampati nella memoria di Toni. Per caso sostituisce un solista, a 13 anni, durante uno spettacolo all’oratorio. E’ don Cesare che insiste. Presagisce il futuro splendido del ragazzo nella canzone. Il passo è fatto, da lì comincia la sua carriera dapprima nelle balere e osterie dei Navigli. La mercede, stabilita e suddivisa in lire e fiaschi di vino, mai percepita. Poi piano piano i locali di Milano più conosciuti, il Santa Tecla, e fuori, Sesto Calende.
Il giovane ci sa fare. Quei suoi gorgheggi urlati incantano il pubblico. Arriva il successo internazionale con ‘Come prima’ nel 1957, arrangiata e rifinita dal chitarrista Maestro Daccò. ‘Come prima più di prima ti amerò…’ Un milione di copie vendute e la conquista del ‘Disco d’oro’. Di successo in successo. Nel 1960 è primo a Sanremo con ‘Romantica’ e surclassa Modugno che con ‘Libero’ deve accontentarsi del secondo posto.
‘Tu sei Romantica, amica delle nuvole…’ La canta insieme a Rascel.
Con ‘Romantica’ sale sul podio e può affrontare da pari a pari i grandi artisti che hanno fatto la storia della musica nel dopoguerra, Sergio Bruni, Joe Sentieri, Betty Curtis e Domenico Modugno.
Non concorda con il ritmo lento impresso dal maestro Angelini. Al suo diniego di cambiarlo con uno più veloce e moderno si accorda direttamente con il batterista che al suo cenno stacca ed esegue il ritmo da lui suggerito. E’ un boato di applausi.
E ancora successo l’anno dopo con ‘Bambina bambina’ a Canzonissima.
Cominciano le tournée in tutto il mondo, alla Carnegie Hall di New York, all’Olympia di Parigi e poi dappertutto. In Giappone viene richiesto dall’imperatore Hiroito. Ovunque sono grandi affermazioni.
Conosce i geni della canzone americana, Liza Minnelli, Dean Martin, Jerry Lewis e anche in Italia si esibisce con la stella americana dello spettacolo americano Jane Russel e il cantante afroamericano Ronny Setting. Fa la conoscenza della seducente Marily Monroe e le dedica una canzone come farà con la grande e bellissima interprete di ‘La dolce vita’ di Fellini, Anita Ekberg.
E poi il cinema, il teatro a recitare con Peppino de Filippo, Walter Chiari e Mario Carotenuto.
La poesia. Salvatore Quasimodo gli dedica ‘Non ho perduto nulla’.
E il grande amore della sua vita: la pittura. Buzzati la definisce espressione di libertà. ‘La mia pittura è astratta spaziale… – confessa Dallara – Esprimo con il colore il mio più profondo, la ricerca del sublime’. Frequenta i grandi artisti e critici, Lucio Fontana e Roberto Crippa. ‘Fusione di elementi realistici e simbolici’ questi la definisce. Conosce Andy Warhol, Guttuso, Brindisi e gira il mondo con le sue creazioni artistiche.
Si invaghisce di molte donne ma poi sceglie Patrizia, che sposa giovanissima, e da cui ha avuto due figlie, Lisa e Natasha, la sua famiglia a cui racconta, come a noi, con la voce calda e roca l’avventura della sua vita.
‘Come prima. Tony Dallara, La mia storia’ di Iris Albracht e Gianni Minischetti, finito di stampare nel mese di marzo del 2016 presso Andersen S.p.A. Pubblicità e Marketing.
Sabato 22 aprile ore 16,30
Progetto di promozione della creatività pugliese 18-30 aprile, Giornata della Associazione Regionale Pugliesi, Teatro Libero di via Savona 10 Milano