Si avvia alla chiusura la mostra, organizzata a Uherske Hradiste (Rep. Ceca) e aperta al pubblico dal 7 dicembre 2016 al 28 febbraio 2017, dedicata ad uno dei maggiori pittori del ’900, Vlastimil Košvanec, uno dei personaggi che hanno fatto un’epoca nel mondo artistico ma che, dopo avere raggiunto in vita una straordinaria notorietà, è stato volutamente cancellato e relegato nel dimenticatoio dai regimi dittatoriali, quello nazista prima e quello comunista poi, che hanno governato larga parte dell’Europa nel corso del secolo scorso.
Sembra però che l’artista non abbia smesso di stupire e, riaffiorando recentemente dalle pieghe della storia, è pronto a riconquistare il posto che gli spetta nell’apogeo degli artisti contemporanei.
Stiamo parlando di quel Vlastimil Košvanec, pittore ceco nato nel 1887 a Karlin da famiglia cattolica e morto, ormai dimenticato e sconosciuto ai più, nel 1961 dopo un peregrinaggio durato anni tra le aule di tribunale e gli ospedali psichiatrici, a causa della grave depressione conseguente alla perdita dell’amata moglie.
Abbiamo già avuto modo di occuparci dell’artista in un precedente articolo, redatto in occasione di una serie di esposizioni avvenute in Italia nel 2015, esattamente a Firenze, Milano e Savona e allestite, sotto la direzione di Giuseppe Franzoni, dal Museo Martinengo Villagana (Bs) che ospita una sua galleria permanente, nel quale avevamo illustrato la sua vita, il suo percorso artistico e la sua produzione,.
Ma alla luce delle ultime scoperte avvenute proprio negli archivi del Museo Nazionale di Praga, l’opera del nostro artista assume una nuova valenza che rilancia la sua figura in un’altra prospettiva. Un vero e proprio tesoro composto da disegni, lavori preparatori ai suoi dipinti, manoscritti e da quei disegni satirici tanto straordinari quanto feroci che accompagnarono l’eccellente e congrua produzione artistica, ma che furono anche la causa della sua caduta in disgrazia. Lavori che raccontano di un personaggio che non cedette mai a nessuno la guida della sua vita e che, forse per questo, finì nel dimenticatoio della storia.
Avevamo parlato, nella precedente pubblicazione, di un Košvanec che dopo il Liceo Imperiale Reale superiore ceco, s’iscrive all’Accademia di Belle Arti presso la scuola del Professor Vlaho Bukovac, passando poi a studiare con il Professor Vojtěch Hynais. Sperimentando la tecnica del disegno, della pittura e del paesaggio, il nostro artista vince annualmente un premio assegnato dalla scuola come miglior allievo e, nel 1909, riceve una borsa di studio fra le più ambite risultando vincitore in un concorso di pittura al quale partecipa.
Grazie alla carte ritrovate, che si riferiscono al periodo dal 1957 al 1961, si è scoperto che Košvanec prima di entrare in Accademia aveva anche studiato matematica e fisica per due anni all’università, abbracciando la teoria di Einstein.
Lo spirito ribelle dell’artista si manifesta in quello che gli addetti ai lavori chiamano tesoro ritrovato, ovvero in quella serie di disegni satirici che non avevano risparmiato nessuno, pubblicati sulla rivista satirica Nazionle Koprivy. Unica precauzione adottata, la pubblicazione delle satire avveniva utilizzando diversi pseudonimi, ma questo non lo salvò dalla reazioni dei potenti messi alla berlina.
Dalle carte emerge anche una straordinaria cultura di cui era portatore, che non si limita alla sola forma artistica. I documenti ritrovati testimoniano infatti che l’artista conosceva diverse lingue. Molti dei disegni riportano commenti redatti di suo pugno in tedesco, francese, italiano, cirillico, latino ed ebraico.
Un personaggio quindi in continua evoluzione, seppure ad oltre mezzo secolo dalla sua morte, che probabilmente ci riserverà ancora molte sorprese nel futuro e che sicuramente riprenderà il suo posto nella storia, e non solo quella artistica.
- Foto in evidenza: il Senatore della Rep. Ceca Ivo Valenta con un dipinto di Kosvanec e il direttore del Museo nella città di Uherske Hradiste, in Rep Ceca, durante l’inaugurazione della mostra