Attesa da decenni, la nuova legge “Disciplina del cinema e dell’audiovisivo” è stata approvata dalla Camera dei Deputati lo scorso 3 novembre. Fortemente sostenuta da Dario Franceschini, ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, la nuova legge regola la gestione dei finanziamenti statali per il cinema e istituisce nuovi organi specifici.
Per questa riforma il Governo aveva chiesto lo scorso gennaio i pareri di quattro grandi registi italiani premi Oscar: Paolo Sorrentino, Roberto Benigni, Bernardo Bertolucci e Giuseppe Tornatore.
Una delle novità più importanti è sicuramente l’istituzione, a partire dal 2017, del “Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo”: almeno 400 milioni di risorse all’anno garantite dalla tasse pagate da chi opera nel settore, ossia il 60% in più delle risorse attuali.
Fino al 18% del nuovo Fondo Cinema sarà dedicato al sostegno dei giovani autori, oltre che alle opere prime e seconde, alle start-up e alle piccole sale, assieme a festival ed enti fondamentali per il settore.
La nuova legge abolisce le commissioni ministeriali per l’attribuzione dei finanziamenti in base al cosiddetto ‘interesse culturale’ e introduce un sistema di incentivi automatici per le opere di nazionalità italiana. Oltre alle agevolazioni fiscali, sono previsti anche contributi automatici in base a parametri oggettivi che terranno contro dei risultati artistici, economici e di diffusione.
È introdotto un Piano nazionale per la digitalizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo, oltre che l’impiego del 3% del fondo per potenziare le competenze nel settore degli studenti delle scuole, in sinergia con il Ministero dell’istruzione e della ricerca scientifica.
La nuova Legge Cinema prevede, inoltre, un potenziamento del credito d’imposta: vengono rafforzati i sei Tax Credit per incentivare la produzione di film e audiovisiva, oltre a gli investimenti esteri in Italia. Possono beneficiare dei Tax Credit: le imprese di produzione, distribuzione, post-produzione, i distributori che propongono film italiani, le imprese nazionali che lavorano per le produzioni estere, gli esercenti delle sale e le imprese esterne che investono nel cinema italiano. Il Tax Credit aumenta fino al 40% per i produttori indipendenti che distribuiscono le pellicole in proprio e per le imprese esterne che investono in film meritevoli di contributi selettivi.
Viene istituito uno stanziamento di 5 milioni di euro a favore delle piccole e medie imprese per garantire operazioni di finanziamento di prodotti audiovisivi.
La Legge Cinema prevede anche un Piano straordinario a sostegno di chi ristruttura o apre nuove sale: fino a 120 milioni di euro in cinque anni per riaprire cinema chiusi o aprirne di nuovi. Viene inoltre facilitato il riconoscimento di interesse culturale per le sale storiche attraverso il vincolo di destinazione d’uso.
Nasce il Consiglio Superiore per il Cinema e l’Audiovisivo in sostituzione della Sezione Cinema della Consulta Spettacolo: preposto all’elaborazione delle politiche di settore, il Consiglio, in carica per 3 anni, sarà composto da 11 membri di altissimo profilo e dai rappresentanti delle principali associazioni.
La Legge Cinema prevede l’introduzione da parte del Governo di decreti legislativi atti a introdurre procedure più trasparenti ed efficaci in materia di obblighi di investimento e programmazione di opere audiovisive europee e nazionali da parte degli operatori dei media audiovisivi.
Infine, una novità storica: viene eliminata la “censura di Stato”. Fine delle commissioni ministeriali e, in linea con gli altri Paesi occidentali, saranno gli stessi operatori a definire e classificare i propri film. Una responsabilizzazione dei produttori e distributori da parte dello Stato quindi, che interverrà solo in caso di abusi.
In sintesi, la nuova legge “Disciplina del cinema e dell’audiovisivo” appare coma una rivoluzione copernicana nella storia italiana. Forse per la prima volta da molti decenni, l’intero settore del cinema e dell’audiovisivo viene considerato come una vera e propria industria nazionale strategica per lo sviluppo del nostro Paese.
Accanto a questa iniziativa governativa, per tutto il comparto fa ben sperare il tend di crescita a due cifre delle presenze nelle sale cinematografiche: secondo i dati Audimovie, nel primo semestre 2016 (31 dicembre 2015 – 29 giugno 2019) si è registrata una crescita del 15% rispetto allo stesso periodo del 2015.
In conclusione, la nuova Legge Cinema offre una boccata d’ossigeno all’intero settore, colpito duramente dalla crisi dei consumi degli ultimi anni, che deve essere considerato fondamentale per il futuro del nostro Paese e tornare a fare da traino per l’intera cultura italiana, come già avvenuto in passato.