Rocca Brivio come Luogo del cuore del FAI, e l’istituzione di un Ecomuseo, tra le proposte per salvare il prezioso bene storico-monumentale dalla vendita a privati.
La richiesta di incontro ai sindaci di San Donato, San Giuliano e Melegnano, a Cap Holding e all’Associazione Rocca Brivio, proprietari pro quota del monumentale edificio, si è concretizzata la sera del 30 giugno, da remoto come vuole la prassi in tempi di coronavirus. Proprio l’epidemia aveva annullato gli effetti dell’ultimo bando di gennaio scorso per l’affidamento della gestione del bene, andato deserto. Da qui sono partite le Associazioni del territorio e i singoli cittadini per occuparsene, una quarantina di adesioni, che hanno dato vita al Comitato per la salvezza di Rocca Brivio, cosiddetto per scongiurare la vendita qualora la situazione dovesse rimanere in stallo. Perciò hanno discusso al loro interno e scritto ripetutamente agli enti proprietari per sentire cosa ne pensano, visto che il 6 luglio si riuniranno per fare il punto sulla situazione. L’idea delle associazioni, esplicitata in alcune proposte forti fra cui il coinvolgimento del Fai come Luogo del cuore e l’istituzione di un Ecomuseo, è che serva del tempo per ripubblicare il bando e indirizzare dei soggetti privati, fondazioni del terzo settore o imprenditori sociali e di comunità, a esprimersi e abbozzare un progetto di rilancio. Gli interventi dei sindaci, Andrea Checchi (San Donato), Marco Segala (San Giuliano) e Rodolfo Bertoli (Melegnano), sono stati volti alla collaborazione per valorizzare la Rocca e allo stesso tempo hanno messo in chiaro la situazione economico-finanziaria degli Enti Locali così grave che non possono permettersi altre spese per la sua manutenzione e gestione. Da qui il rilancio del bando, che dovrà concludersi nel giro di due/tre mesi come auspicato da Salvatore Russo di Cap Holding, proprietaria di maggioranza, con un progetto sostenibile che veda protagoniste le associazioni o altri soggetti di comprovata capacità. Le condizioni poste sono favorevoli, dal momento che non viene chiesto nessun canone di affitto. Ovviamente qualsiasi progetto deve valorizzare il bene dal punto di vista culturale e ambientale e farsi carico delle spese di manutenzione. Il limite ultimo, la red line, è la fine dell’anno. Se non si fa avanti una qualche significativa proposta di gestione, i rischi sono che il bene sia messo sul mercato, cosa che tutti scongiurano. Ora la parola ai cittadini e alle associazioni, alla ricerca della soluzione contenuta nell’arco di uno o più soggetti che si facciano avanti con progetti credibili e sostenibili!