Cambia il mondo, cambiano le regole, ma l’educazione rimane la stessa pur mantenendo nella pandemia (fase 1, 2, 3, ecc.) stili di vita e comportamenti, adattati alle nuove regole sociali.
La vita sociale, pandemia o no, non può prescindere dal bon ton. E bon ton – con le regole anti contagio impostesi nella vita familiare, sociale, professionale e conviviale – vuol dire educazione.
Educazione che comprende rispetto per gli altri e attenzione alle regole. Ne abbiamo avuto prova quando abbiamo visto comportamenti trasgressivi o in violazione alle norme in piena emergenza, ma anche dopo, quando in tanti – una volta allentate le regole – si sono precipitati negli ambienti comuni senza alcuna prudenza, sobrietà e moderazione. Un incauto e inopportuno desiderio di festeggiare ha fatto sì che non solo non si usasse alcuna precauzione ma si facesse pure chiasso e si lasciasse sporco, contro ogni buon senso e rispetto dell’ambiente e delle normali regole del vivere civile. Con buona pace di chi avrebbe dovuto contenere gli atteggiamenti trasgressivi, quanto meno in campo familiare, educando e facendo capire la gravità della situazione.
L’emergenza sanitaria ci ha ricordato che alla base delle relazioni sociali c’è il rispetto di un sistema di regole da mettere in pratica, anche utilizzando la consueta mascherina quale tutela di sé e degli altri, e rispetto per chi ci è vicino.
Le “buone maniere” non sono mai fuori moda, ma sempre alla portata di tutti e in questo periodo vedono al primo posto l’igiene e l’ecologia (comprensiva dell’attenzione a non gettare mascherine e guanti per strada ma negli appositi contenitori).
Vige il divieto, tra colleghi e amici, di non stringersi la mano e non abbracciarsi. Allora va bene valorizzare lo sguardo che è sempre tanto espressivo di sentimenti e …. lunghi discorsi. Anche la convivialità del servirsi dallo stesso piatto (i classici buffet, che tanto hanno dato in termini di gioia gastronomica non sottoposta a restrizioni delle quantità) è venuta meno, ma si spera che sia solo un sacrificio temporaneo, quanto basta … per tornare in linea.
Purtroppo il linguaggio tattile, per i galanti anche il baciamano, non risulta opportuno, dato che in questo caso il virus si erge pure a garante della virtù, ma è bello sognare questi momenti che torneranno perchè fanno parte della nostra umanità e delle nostre emozioni. Al momento la comunicazione virtuale può essere un supporto utile a mantenere i contatti con le persone a cui si vuol bene. Tante telefonate o video telefonate, aumentate come non mai in questo periodo, sono utili a riprendere contatti interrotti, incentivarne altri, occupare il maggior tempo libero facendosi compagnia e allenarsi alla socialità, in attesa di potersi ritrovare e riabbracciare.
E’ vero che il Coronavirus e i suoi devastanti effetti sanitari, sociali, economici ci hanno cambiato profondamente. Ma è proprio l’educazione, il rispetto delle regole, l’attenzione agli altri che fanno da trait d’union tra passato e futuro al nostro comportamento presente.
E le mancanze o le assenze di persone, gesti, luoghi, ci dicono l’importanza e la necessità di avere cura di questi beni immateriali che fanno parte del nostra quotidianità e … pure del nostro cuore.
La lezione appresa dal virus può portarci a riscoprire modalità di relazione ancora più ricche e soddisfacenti e soprattutto a dedicare attenzione a chi non era più considerato così importante.