“Feeling Italian” è un libro fotografico corredato da una serie di approfondimenti sulla società italiana in evoluzione, sul chi eravamo, sulla tradizione, e il lento ma inesorabile cammino verso l’integrazione di una società che è impegnata a ridisegnare i suoi connotati. Di più, è un progetto, anzi 24 progetti fotografici, costituiti da 89 foto pre/scelte da un concorso fra più di 600 che sono pervenute alla SIETAR (Society for Intercultural Education, Training and Research), un’associazione europea, con la sua propaggine importante italiana, che si occupa di Educazione, Formazione e Ricerca Interculturale.
Una significativa mission che si propone di promuovere la collaborazione e il dialogo tra le diverse culture, cosicché le differenze tra le persone e i popoli siano vissute come ricchezza e opportunità e non come muri impenetrabili. Direi un’associazione che fa dei ponti di comunicazione la propria ragione di essere. Questa concezione è riversata nel libro fotografico, composto da 4 capitoli che racchiudono il senso della nostra comunità in bilico fra la tradizione e il movimento, nella costruzione di una nuova identità di cui necessariamente fanno parte i nuovi immigrati che vivono e lavorano in Italia nel numero consistente di circa 5 milioni su una popolazione di 60 milioni.
Costruire una società in grado di valorizzare le diversità vuol dire favorire il dialogo e lo scambio interculturale fra noi e loro. Non più contrapposti ma fusi in un progetto di nuova comunità. “Che significa essere italiani oggi?”, si chiede Maura Di Maura curatrice del volume. La risposta necessariamente torna indietro nel tempo e scandaglia gli elementi costitutivi di una italianità tradizionale, ancorata alla cucina già ricca e plurale, alla famiglia, uno dei cardini che scricchiola, alla bellezza del paesaggio e dell’arte in cui siamo maestri, alla fede vacillante e agli aspetti più apparentemente conservatori, quali l’immobilismo delle nuove generazioni. Di fronte a noi si svolgono fenomeni contraddittori: da una parte migranti da diverse parti del mondo alla ricerca di un lavoro e di migliori condizioni di vita, dall’altra il fenomeno opposto di un numero consistente di giovani che soprattutto dal Sud lasciano la loro terra per studiare e poi una volta terminato il corso di studi restano al Nord o emigrano a loro volta nei paesi europei.
Le nuove famiglie di immigrati e quelle miste si confrontano e cercano di integrarsi portando con loro le culture religiose e il desiderio di condividere i diritti, essere considerati italiani a tutti gli effetti, specialmente i figli di seconda generazione che tuttora non godono fin dalla nascita della cittadinanza italiana. Come si chiede Elizabeth Arquinigo, di origine peruviana, che nella sua toccante lettera al Ministro dell’Interno, divenuta un libro, si chiede che cosa abbia di diverso dai suoi compagni di scuola, dal momento che è giunta qui in Italia nei primi anni di nascita e poi ha condiviso tutto con i suoi compagni di scuola e oratorio, nei giochi e nel resto.
Siamo quindi in una fase di passaggio, di superamento del vecchio e di costruzione del nuovo. Siamo sul confine, in una continua metamorfosi, difficile da identificare con precisione ma consapevoli come dice il titolo “Feeling Italian” (sentirsi italiani, un po’ il sumpathein greco antico, simpatizzare) che la nuova situazione deve essere costruita con il contributo di tutti. E’ questo il senso del libro, delle belle foto che lo impreziosiscono e delle significative riflessioni che le accompagnano.