Milano è forse l’unica vera città multiculturale d’Italia. La presenza di una grande quantità di gruppi etnici integrati e socialmente attivi pone il capoluogo lombardo in una posizione tale da reggere bene il confronto con altre metropoli europee quali Londra, Parigi o Berlino.
A seconda della stagione, è la capitale della moda, del mobile, del food e di molte altre attività economiche. Fulcro attorno alla quale ruotano interessi e business. Sede di importanti istituzioni nazionali e internazionali, Milano è una grande città. E lo è grazie alla sua storia, che l’ha vista protagonista già dai tempi dei romani e, via via, attraverso le varie epoche, fino ai nostri giorni.
Adesso è la capitale economica del Paese e non è un caso. Nell’era dell’industrializzazione è stata meta di immigrazione, ma di una immigrazione nostrana che, proveniente dal sud Italia, ha implementato la monodopera locale rendendo forte la sua capacità produttiva. Il boom economico degli anni 60 è avvenuto anche, e soprattutto, grazie al contributo di quei lavoratori provenienti dal meridione. Dopo la monodopera però a Milano sono arrivati altri lavoratori con istruzione, esperienze, professionalità, intraprendenza e intelligenze diverse. Insomma, la città non ha importato più solo la manodopera ma anche le menti. Le comunità regionali più fortemente presenti in città, siciliani, calabresi, campani e pugliesi, hanno prodotto grandi personalità che l’hanno fatta grande. Sono quelli che vengono chiamati milanesi non nati a Milano, che portano con orgoglio la cittadinanza meneghina ma che non rinnegano le proprie origini, anzi ne fanno un punto di forza. Così avviene che queste personalità, leader della loro comunità, determinino anche il destino della città per i ruoli di prestigio e di potere che vanno, meritatamente e con successo, a ricoprire.
Si potrebbero portare tanti esempi, ma noi ne riportiamo uno per tutti: Dino Abbascià. Espressione della comunità pugliese, imprenditore di successo nel settore della ristorazione ed esponente di spicco della categoria, Abbascià è stato un leader tra la sua gente che, per anni, lo ha voluto al vertice dell’Associazione Regionale che rappresenta i pugliesi a Milano. Il nostro collaboratore Agostino Picicco ha voluto dedicargli, ad un anno dalla sua scomparsa, un libro nel quale è riassunto il valore dell’uomo più che del personaggio: “Non molliamo, ragazzi!’’.
«Queste pagine non vogliono essere la biografia di Dino Abbascià, anche se nei suoi aspetti essenziali vi è lumeggiata. Piuttosto desiderano offrire una testimonianza semplice ma qualificata sulla sua esistenza, muovendo dal legame di amicizia – si legge nella presentazione dell’opera – viene così tratteggiata la personalità di un uomo grande e meraviglioso, protagonista in tanti settori: dal mondo dell’emigrazione pugliese alla sua famiglia, all’attività d’impresa, al versante sindacale, all’impegno per promuovere la categoria professionale di appartenenza. Taluni passi possono essere letti come appunti per la storia dell’associazionismo pugliese a Milano, altri attingono all’esuberanza e all’intelligenza di Dino Abbascià. Vi è anche la sua umanità: la generosità, la disponibilità, il tratto di simpatia, la cordialità… che permettono di percepire ancora oggi la sua presenza, accompagnata dall’invito ad assaporare la vita in pienezza e condurla con tenacia».
Il libro è arricchito da una serie di testimonianze di illustri personalità che con Abbascià hanno condiviso anche percorsi di vita. Camillo de Milato, Erminio De Scalzi, Antonio Mazzi, Michele Emiliano, Francesco Spina, Livia Pomodoro, Albano Carrisi, Giovanna Mavellia, Donatella Prampolini, Maria Luisa De Natale, Patrizia Danova, Giuseppe Selvaggi, hanno riportato i loro ricordi e messo in luce, ognuno per il personale rapporto con il grande imprenditore, l’aspetto umano che più l’ha colpito nella persona di Dino. Il libro è un tributo delle genti pugliesi di Milano ad un grande leader.