Fresco di stampa questo volume, nel luglio 2019 per i tipi Albatros Il Filo di Roma, raccoglie ‘le memorie di me stesso’, confida Felice Basile di Altamura (Ba), anno di nascita 1958, tecnico delle Industrie Elettriche ed Elettroniche, e sportivo praticante, pallavolista giocatore e successivamente allenatore. Per filo e per segno, aggiunge. Senza omettere particolari importanti e stati d’animo, tensioni, disillusioni, fervente ambientalista come idea e nella professione. Soprattutto amante della Giustizia, nonostante tutto. Sì, proprio con la lettera maiuscola, quella che ha perseguito per tutta la vita, mai domo, sempre speranzoso che avrebbe trovato un Giudice a Berlino in grado di capire la sua anima, tutta invaghita di tecnica e amore, di scienza e desiderio di poter migliorare le condizioni ambientali sulla terra, contribuendo nel suo piccolo con il Vettore Idrogeno, in grado di fornire energia e calore puliti, per la trazione e per il riscaldamento. La sua vita professionale è sempre stata tesa a migliorare le prestazioni scientifiche e produrre energia senza inquinare. ‘Volevo fare della mia terra una Hydrogen Valley, confida, proseguendo l’attività dell’ing. Michele De Nora, che aveva dato tanto lustro a questa terra di Puglia desolata, stando a tutte le delusioni di coinvolgimento della Regione, mai davvero interessata a seguire la via dolce e pulita dell’energia, tutta tesa invece a seguire gli sviluppi dell’eolico e del fotovoltaico. In un’Italia normale sarebbe stato incoraggiato, lui e la sua équipe, sarebbe stato sostenuto nell’ambito della ricerca con materiali e laboratorio, invece in questa Italia al contrario o sottosopra, dove le cose vanno al rovescio, viene perseguitato dalle Banche, due istituiti finanziari locali che inspiegabilmente si adoperano per fermare i crediti, chiudere i conti correnti e chiedere all’Esimio Tribunale di procedere al pignoramento e alla successiva vendita all’asta di tutti i suoi beni, per somme non significative a fronte di un valore dei suoi beni stimati in 1 milione e mezzo di euro. In un momento di crisi sociale, economica e finanziaria internazionale, che colpisce pesantemente anche l’Italia. Molti imprenditori si danno la morte, impossibilitati a far fronte per mille difficoltà ai debiti contratti con le banche, anch’esse in sofferenza per la verità. Una legge approvata in quegli anni, il Decreto 27 giugno 2015 n. 83, coordinato con la Legge di conversione del 6 agosto 2015, n. 13 recante misure urgenti in materia fallimentare, civile e di organizzazione e funzionamento dell’amministrazione giudiziaria ‘spianò la strada alle banche per fare pesca a strascico – commenta Felice Basile – di beni immobili, pignoramenti e azioni esecutive, consentendo ai potenziali acquirenti di poter usufruire di un mutuo concesso dalla stessa banca, finanziato fino all’80% dell’importo di acquisto a base d’asta’. Complice la crisi e la legge che ha consentito questo strapotere alle banche, di poter agevolmente ottenere dalla Magistratura i decreti ingiuntivi, nel corso di questi anni si susseguono numerosi i pignoramenti dei patrimoni e la loro vendita all’asta che gettano sul lastrico numerose famiglie per l’esposizione nei confronti delle banche di somme notevolmente inferiori al valore di mercato, favorendo il malcostume e l’istinto predatorio annidato all’interno delle stesse banche. Felice Basile partecipa a livello nazionale ai movimenti e alle manifestazioni come ‘Imprese che resistono’ e al ‘Progetto terraferma’ per tutelare la vittime e impedire i fallimenti anche con il coinvolgimento dell’Agenzia delle Entrate e dell’ABI, e lo scopo di procedere con cautela nei confronti delle piccole aziende, ma inutilmente. Felice è anche attivo a livello locale per impedire lottizzazioni selvagge di Altamura, piani di cementificazione, quelli sì, sostenuti dalle banche locali. Sul piano professionale è preso dal coinvolgimento di diverse aziende internazionali, si fa il giro delle Regioni d’Italia per convincerle della bontà del suo progetto, che resta bloccato per l’azione delle due banche di Altamura. Felice cerca di resistere, scrive a tutti, al Presidente della Repubblica, al Governatore della Banca d’Italia, al Presidente del Consiglio, a Deputati, alla Procura. Denuncia l’illegittimità del comportamento degli istituti bancari, chiede di ridurre la dimensione e la quantità dei beni messi sotto pignoramento e la riapertura delle linee di credito. Le sue implorazioni vengono respinte, e lui daccapo. Non si dà pace. Riprende ogni volta il filo interrotto, vaga per le Procure, parla con tutti, scrive missive, mail, non ce la fa più. Medita il suicidio, salvato sul fino del tempo dalla telefonata del figlio. Riprende a sperare confortato dall’amore della moglie Maria e dei quattro figli. Ritorna al Tribunale di Bari, accampato in una tenda, mentre nota una lumaca, metafora della lentezza della giustizia, che lambisce il numero dell’aula del tribunale improvvisato e terremotato. Ascolta l’intervento del Capo dello Stato Mattarella nel discorso che pronuncia a proposito del conflitto fra politica e magistratura: alla base della democrazia ci stanno salde due colonne, la Libertà e la Giustizia. Lo ringrazia perché lo fa ben sperare che quel Giudice di Berlino può albergare anche nelle nostre Procure. Venerdì 3 gennaio 2020 alle ore 21 il libro sarà presentato a Casarano (Le) in Auditorium, dove un’altra storiaccia analoga, ha coinvolto la famiglia Margari, sottraendogli anche il cinema, l’unico della cittadina. ‘Da lì partirà la nostra riscossa, annuncia Felice Basile, con la costituzione di una Associazione che si adoperi per far cessare questo obbrobrio sociale, economico e finanziario, che mortifica e massacra le famiglie italiane’.
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