Mancano pochi giorni al Natale. Devo acquistare dei regali, fare e ricambiare auguri, predispormi all’annuale recita dei buoni propositi ricordandomi di ripetere l’immancabile auspicio di “Pace nel Mondo”.
Fatti i regali occorre trovare una frase per augurare ogni bene, felicità, prosperità e…. un’infinità di altre cose che in fondo in fondo sono le stesse di ogni anno. Chi teme l’insorgenza di una ernia da sforzo da ricerca di frasi a effetto è aiutato a scongiurare questo malanno perché già dai primi giorni di dicembre cominciano a circolare auguri precotti. “Tanti auguri a te e famiglia”, la frase d’auguri classica, probabilmente ormai superata. Per le Buone Feste, si mandano immagini e video natalizi per rendere gli auguri di Buon Natale “originali” e “divertenti”, sino a quando non entrano nel circuito del copia e incolla, e allora se ne ricevono a decine tutti uguali. Questo è uno di quei tanti momenti di condivisione collettiva e mai come in queste ricorrenze da calendario – specialmente chi ha poca fantasia – è alla ricerca di idee “Originali” per fare gli auguri, con frasi, immagini, canzoni natalizie da inviare tramite Whatsapp o da pubblicare sui Social.
Dai, cerca di essere come tutti, alla fine si comunica “Allegramente”, si inviano frasi propiziatorie anche in varie lingue per esaltare il valore planetario del messaggio e anche per non sentirsi dei provinciali ancorati alla semplice lingua natia. Il messaggio augurale è un composto di parole, il desiderio o la speranza che il ricevente possa godere di festività felici, gioiose e allegre, occultando che dopo le sbornie delle feste si torna a una realtà identica a quella che si viveva ordinariamente prima che iniziasse il bombardamento del vogliamoci bene. Gli auspici nascono e sono tenuti in vita da Natale a Santo Stefano. Negli ultimi anni la fase augurale prenatalizia ha assunto una abitudine non rinunziabile passando dalla consuetudine a una esigenza sociale di comunicazione retorica.
E’ meglio non soffermarsi troppo a tentare analisi con inutili e asociali riflessioni, a che serve rendersi conto che la modalità di invio di centinaia di auguri è una banale performance, un pensiero inviato nell’ambito delle convenzioni sociali….poi non è sempre così. Il Natale, malgrado tutto, mi piace ancora e in una sorta di sonnambulismo nel desiderio che ci sia del vero in quello che si festeggia, un ritorno con il pensiero alla sacralità della data convenzionale da ripetere anno dopo anno.
Sono, aimè, un nostalgico degli auguri fatti di stette di mano, abbracci e calore non generato dal surriscaldamento dello smartphone, so già che oltre agli auguri ricevuti con molti giorni in anticipo ne riceverò tanti nella notte di Natale, il telefonino vibrerà un’infinità di volte, le notifiche si sovrapporranno impazzite, finirò per non contarle, malgrado i buoni propositi non riuscirò a far a meno di aprire la posta, gli sms, messenger, whatsapp, mi fingerò infastidito e poi… di nascosto inizierò il rito delle risposte con il il classico “Anche a te e famiglia”. Alle ore più impensate e quando credi che chi conosci stia dormendo il telefonino continuerà a vibrare e io a far finta che non mi interessa e subito dopo ad aprire e leggere. Pochi secondi prima della mezzanotte troverò, tra un messaggio e l’altro, il tempo di riporre nella mangiatoia il bambinello, il “Tu scendi dalle stelle” lo sentirò nel sottofondo dei messaggi che nel frattempo mi arriveranno, tutto qui? No dai, il Natale è anche abbracciare amici, risentire nella propria testa voci di chi è non più raggiungibile se non con il pensiero, guardare negli occhi chi senti appartenerti, siamo ancora esseri umani capaci di suonare un campanello, scrivere un biglietto o fare una telefonata a chi vorrebbe averci accanto e pensare di fare tutto quello che mi farà sentire lo spirito vero del Natale lo voglio fare di persona….nel frattempo, prima di passare dalle intenzioni ai fatti, a ogni messaggio risponderò “Anche a te e famiglia”.