America Latina, in rivolta e in fiamme, mai come ora. Da ultimo il Cile con una protesta oceanica che coinvolge sempre più la popolazione, ma anche la Bolivia, il Venezuela. Il mondo è inquieto, anche in altri scenari, Medio Oriente, la Siria, in Africa la Libia, Hong Kong, ecc. Vicende che nascono da lontano come questa raccontata da Andrea Edoardo Visone, in un paese dell’America Latina attraverso l’esperienza e il cannocchiale di un giovane funzionario impiegato nel Corpo Diplomatico dell’Ambasciata d’Italia. Il paese non è menzionato. E’ il 1973. Molti indizi fanno pensare al Cile, a quell’11 settembre quando l’esperimento rivoluzionario di Unidad Popular e del Presidente Salvador Allende venne represso nel sangue dal golpe militare promosso dal generale Augusto Pinochet. Un pomeriggio tedioso del giovane funzionario in un giardino della città capoluogo segnerà la sua vita per sempre, con risvolti appassionati e drammatici, com’è la vita degli uomini e delle donne alle prese con i fatti della storia. Camila, alla ricerca di un panchina all’ombra, adocchia lo spazio vuoto accanto al protagonista che rimane colpito dalla sua grazia e compostezza. Un temporale chiude il cerchio. La accompagna fino a casa sotto l’ombrello che lui previdente porta con sé. Quella passeggiata sarà fatale. Non la dimenticherà mai più fino al resto della vita. Accanto ai due protagonisti si muove un mondo conservatore da una parte che plaude al golpe, rappresentato dalla famiglia benestante di Camila, e un mondo giovanile e proletario dall’altra che aspirano ideologicamente e utopisticamente a realizzare la giustizia e il progresso per tutti. Ma che si scontrano con gli interessi dei ceti economicamente dominanti. Non viene risparmiato neppure il presidente del governo votato dal popolo. Il nostro protagonista vorrebbe portarsela al sicuro in Ambasciata, ma lei sottovaluta il rischio. Anche Camila sarà vittima della repressione. Viene prelevata dalla Università di medicina che frequenta, durante un’assemblea permanente convocata per organizzare con armi impari la resistenza al golpe militare. Al centro delle vicende drammatiche con la repressione di massa, assassinii, stupri, arresti di chiunque ha espresso una qualche simpatia per l’esperimento politico popolare, il ruolo assunto dall’Ambasciata d’Italia, che accoglie come profughi dapprima singoli, poi famiglie, infine sindacalisti e dirigenti politici di sinistra, a cui salva la vita elargendo documenti e salvacondotti per l’Europa e l’Italia. Tuttavia l’amore è più forte della violenza. Data per perduta Camila, al nostro protagonista non resta che tornarsene in Italia non avendo più nessun legame che lo lega al paese in cui svolgeva il suo servizio. Eppure dopo molti anni l’amore bussa ed egli non può trattenersi dal ritornarvi nell’illusione di riallacciare una relazione con Camila o almeno con quelle sensazioni provate nelle loro lunghe passeggiate. Mai disperare! Il caso non sempre gioca brutti scherzi e riserva a volte delle belle sorprese. Andrea Visone è oramai al quinto romanzo. Qui ha indagato l’animo umano e il sentimento d’amore con una sensibilità sempre più approfondita. La prosa si fa snella e scorre libera, come un fiume che alla fine sa di dover giungere al gran finale, dove tutto si confonde e appaiono la verità e la profondità della nostra umanità.
‘Segni indelebili’, La Lepre Edizioni, Roma, 2018, pp. 157, € 15,00 verrà presentato venerdì 15 novembre a Milano, Fondazione Ambrosaneum, via delle Ore 3, ore 18,00.