Il libro di Mario Furlan – primo docente universitario di Motivazione e crescita personale in Europa e noto come fondatore dei City Angels, associazione ONLUS a carattere laico, che si prende cura di persone bisognose senza fissa dimora come gli immigrati, i clochard e i tossicomani – è un vero manuale per la vita felice.
La sensazione di benessere e quindi di felicità è per lo più opera dell’anima, ma alcune regole puntuali, chiare, concrete e precise, indicate da Furlan, aiutano a creare questa condizione. Occorre avere fiducia e perseveranza. Fiducia nelle parole di Furlan, che raccolgono la sua esperienza di vita, e perseveranza nel vivere tali regole, che – con la pratica e l’abitudine – creano uno stile di vita semplice da seguire.
L’autore ci indica, infatti, comportamenti pratici che hanno alla base una filosofia di vita facile da apprendere, che comprende un modo di essere fatto di bontà, pazienza, attesa, attenzione senza superficialità.
Occorre un allenamento e un impegno costante con noi stessi per raggiungere la felicità: evitare il rancore, la dietrologia, il pensare sempre male, l’interpretare male ogni gesto degli altri. Forse è meglio essere superficiali nelle valutazioni piuttosto che prevenuti verso il prossimo.
La negatività nuoce alla vita e al benessere. Se si inizia a pensare, cominciando dall’ambito lavorativo dove trascorriamo la maggior parte della giornata, al collega che va al bar e non invita ad andare insieme, che tiene i dolci in vista sulla scrivania e non dice mai “prendine uno”, a chi ha dimenticato l’euro per il caffè e nessuno si offre spontaneamente per venirgli incontro, a coloro che vanno in ferie e non passano a salutare e magari si è lavorato sullo stesso progetto fino a mezz’ora prima …. allora ci condanniamo al malumore.
Anche di fronte alle normali vicissitudini della vita occorre porsi con un atteggiamento proattivo: sminuzzare i problemi per affrontare pian piano un aspetto per volta, darci uno stimolo per chiudere un progetto superando l’indifferenza o la pigrizia con qualche felice tecnica psicologica che aiuti a produrre e a chiudere nella data prevista: la necessità di fare bella figura e di mantenere la parola data aguzza l’ingegno.
Inoltre godere per le piccole gioie di un rapporto aumenta l’autostima.
Soprattutto è utile tagliare le negatività, le persone che fagocitano (i “vampiri energetici”), visto che non si riesce ad aiutarle e loro, in più, trascinano giù chi ci prova, lo deprimono e lo mettono nella condizione di non poter aiutare più nessuno. Non è egoismo ma un modo per restare utili al mondo evitando tristezze e malinconie gratuite.
Importante, poi, l’invito a utilizzare bene il tempo, a tagliare “i rami secchi”, le conoscenze inutili, la gente improduttiva tra cui i lamentosi, i polemici, i pessimisti, gli scontenti. Non sono cattivi, ma buttano via il loro tempo e così fanno fare anche agli altri.
Di rilievo, inoltre, le tecniche di salvaguardia indicate da Furlan, come rispondere no in modo elegante, imparare a fare il primo passo, pianificare al meglio, rispettare tutti, dimostrare gratitudine e fiducia, riflettere sulla nostra quotidianità, sui gesti, sui comportamenti verso le persone che frequentiamo, anche tramite un costante e attento esame di coscienza.
Partendo dal concetto che il mondo esterno riflette il mondo interno, l’autore ci spiega che per cambiare e migliorare dobbiamo partire da noi stessi. E dobbiamo innanzitutto accettarci e amarci per come siamo, con i nostri inevitabili limiti e difetti. Da qui parte il cammino verso la felicità, da percorrere con saggezza e buon senso per vivere bene insieme a coloro che ci sono accanto. E in tal senso il libro di Mario Furlan, gustato a piccole dosi per assaporarlo meglio, è un ottimo viatico.