Dopo quasi tre anni di dibattito, cinque letture parlamentari e due voti di fiducia l’omicidio stradale è legge. Atteso e invocato da tante famiglie che hanno perso i loro cari in incidenti stradali, spesso provocati da pirati che sotto l’effetto di alcol e droga si mettevano al volante, il nuovo reato è stato riconosciuto con 149 voti favorevoli al Senato.
L’omicidio stradale colposo, secondo il decreto, viene graduato su tre varianti: resta la pena già prevista oggi (da 2 a 7 anni) nell’ipotesi base, quando cioè la morte sia stata causata violando il Codice della strada. Ma la sanzione penale sale negli altri casi: chi uccide una persona guidando in stato di ebbrezza grave (tasso alcol emico oltre 1,5 grammi per litro) o sotto effetto di droghe rischia ora una pena da 8 a 12 anni di carcere.
Sarà invece punito con la reclusione da 5 a 10 anni l’omicida il cui tasso alcol emico superi 0,8 g/l oppure abbia causato l’incidente per condotte di particolare pericolosità come eccesso di velocità, guida in contromano, infrazione ai semafori, sorpassi e inversioni.
Mano pesante anche per quanto riguarda le lesioni, con pene aggravate se chi guida è ubriaco o drogato; altre misure “forti” sono previste per i conducenti di mezzi pesanti.
Per il nuovo reato di omicidio stradale sono previsti il raddoppio dei termini di prescrizione e l’arresto obbligatorio in flagranza nel caso più grave. Se il conducente fugge dopo l’incidente scatta l’aumento di pena da un terzo a due terzi e la pena non potrà comunque essere inferiore a 5 anni per l’omicidio e a 3 per le lesioni.
Dopo questo lungo iter dunque si rende giustizia alle oltre tremila persone che ogni anno perdono la vita sulle nostre strade e alle loro famiglie che in questi anni si sono battute per far sì che governo e parlamento approvassero una legge adeguata. Un pensiero va anche alle tante vittime della strada del nostro territorio che nel corso degli anni hanno perso la vita.