Il Festival, promosso dall’Associazione Neworld, Nwart con la direzione artistica a cura di Antonietta Campilongo verrà presentato nella conferenza stampa del giorno 20 settembre 2019 alle ore 11.00 presso l’Auditorio del MACRO di via Nizza. Interverranno: Antonietta Campilongo, Antonella Catini, Lara Ferrara, Cristiano Ferrari, Letizia Leone, Giorgio Linguaglossa, Eugenia Serafini.
Con la collaborazione degli artisti invitati a partecipare, per tre giorni, 20 – 21 e 22 settembre 2019, sarà affrontato il tema del dominio dal punto di vista: etico, sociale ed intellettuale, mutuata dalla rappresentazione artistica.
Aree multidisciplinari: arti visive, special guest, performance, video, documentari, videoart. reading, dibattiti.
Anno dopo anno Nuvola Creativa si arricchisce di nuove tematiche, per contribuire a rendere sempre più viva e reattiva l’azione dell’Arte nella vita culturale di Roma.
Domino Dominio | Per gioco e per davvero
Il concetto di dominio non è la parte finale di un indirizzo internet riferita all’ambito o alla località in cui opera il titolare ma il rapporto sociale di superiorità di un soggetto su un altro.
È un concetto che ha un solo significato: indicare il controllo effettivo da parte di una classe sociale per cui gruppi o individui accettano di instaurare un rapporto gerarchico invece che egualitario. Il dominio è alla continua ricerca di legittimazione, attraverso il richiamo a valori che il dominatore ritiene riconosciuti e diffusi; giacché questa società, basa sulla competitività, sulla libera e sfrenata concorrenza e sull’arrivismo, esige dall’individuo una grinta aggressiva che permetta di farsi strada, a volte anche con aggressività, arroganza e prevaricazione.
Alle diverse forme di dominio sono imputate diverse conseguenze sociali, quali: l’alienazione, la disgregazione del lavoro, la pauperizzazione, le disuguaglianze sociali, la violenza su ogni genere.
Domino è anche un gioco, un gioco a tessere, famoso in tutto il mondo in diverse varianti che però seguono tutte una logica comune.
La mostra Dominio con il gioco del Domino vuole essere un contributo creativo e una risposta critica alla prospettiva delle conseguenze sociali di un paese e delle persone. Secondo noi sono necessarie riflessioni culturali che avviino una profonda revisione degli stili di vita. Passare per questo dibattito, diventa fondamentale nel percorso di assunzione di consapevolezza delle conseguenza dell’uso del dominio, per contribuire a rendere sempre più viva l’azione dell’arte nella vita culturale di Roma.
La mostra tenta di combattere fanatismi e opinioni che incoraggiano, attraverso etichettazioni arbitrarie, la messa in atto di comportamenti legati al predominio, alla sfrontatezza e all’ aggressività.
L’arte ha un dinamismo straordinario spesso è alimentata da umorismo e stravaganze, dunque quando incontra il gioco segue delle direttrici: quella della simulazione, quella dell’illusione e quella della creatività, comuni tanto all’arte quanto al gioco. L’artista con il suo rigore vitalissimo e ricco d’ironia, sa estendere i limiti convenzionali dell’arte in maniera indipendente, originale e ancora adoperata oggi: l’arte in gioco.
La mostra con i suoi molteplici contributi creativi costituirà, dunque, un insieme di riflessioni sulle diverse sfaccettature del tema; una proposta artistica affinché si possa riflettere e desiderare che mai più nessuno possa avere il dominio su l’altro. L’effetto domino consiste nell’innescare un dibattito virtuoso, una reazione a catena che trasferisca quei valori trascinanti quali la partecipazione, la competenza, l’impegno, l’onestà, la dedizione, la capacità di sognare.
Gli artisti sono stati chiamati ad interpretare il tema non perdendo di vista il lato critico della propria personalità artistica e mettendola in relazione con gli elementi essenziali del contesto storico e culturale a cui appartengono.
La parte coinvolgente della mostra è che le opere realizzate (rettangoli bifacciali e mono facciali), saranno le tessere stesse del gioco del domino. I visitatori della mostra si coinvolgono nella realizzazione dell’installazione e giocano: avanzano e retrocedono seguendo i messaggi veicolati dalle opere che finalmente saranno di dominio pubblico.
Quotidianamente parliamo di sostegno, regole, considerazione, onestà, rispetto dei più deboli, accoglienza, protezione, legalità, giustizia; l?Arte ha in sé load purezza, e quello che gli autori descrivono è “l’inaccettabile violazione di tutto ciò”. Collettivo Neworld
Fonte: Antonietta Campilongo – Neworld, Nwart