Sono 50 i capolavori che dal 17 ottobre saranno esposti nelle sale del Palazzo Reale a Milano per la mostra “GUGGENHEIM. La collezione Thannhauser – da Van Gogh a Picasso”.
Un evento che presenta la straordinaria collezione costruita da Justin K. Thannhauser donata, nel 1963, alla Salomon R. Guggenheim Foundation che, da allora, è in mostra permanente nel grande e prestigioso museo newyorchese.
Tedesco, figlio d’arte (il padre era un mercante d’arte), Justin K. Thannhauser già da bambino assisteva il genitore nella sua Moderne Galerie, quella che delle tre Gallerie Thannhauser si trovava a Monaco. Gli studi accademici in storia dell’arte, filosofia e psicologia, condotti a Berlino, Firenze e Parigi, gli consentirono di intessere una vasta rete di conoscenze a amicizie con artisti e mercanti d’arte. Grazie a queste relazioni la sua Galleria acquistò prestigio e quindi successo.
Lo scoppio della 1^ Guerra Mondiale lo vide impegnato al fronte, dove fu anche ferito.
Finita la guerra si sposò ed ebbe due figli, quindi riprese l’attività assumendo la gestione delle Gallerie del padre che intanto si era ammalato. Sotto la sua direzione le Gallerie andarono a gonfie vele fino a quando la presa del potere dei nazisti non compromise tutto. Per Thannhauser, che era di origine ebraica, si profilarono all’orizzonte molti pericoli. Intuendo quanto stava per accadere, si trasferì a Parigi portando con se molte delle sue opere più preziose. Allo scoppio della 2^ Guerra Mondiale si rifugiò, con tutta la famiglia, prima in Svizzera e poi a New York, dove trasferì anche la sua attività ma senza aprire una galleria. Nel 1944 perse un figlio, morto in combattimento, e nel 1952 perse il secondo, mentre nel 1960 morì anche la moglie. Due anni dopo si risposò e nel 1963, rimasto senza eredi, donò la sua collezione all’amico Guggenheim che, per ospitarla, aprì un’intera ala del suo museo.
Con questo gesto filantropico “l’opera di tutta la mia vita trova infine il suo significato. Dopo aver vissuto per cinquecento anni in Germania – aveva dichiarato Justin Thannhauser dopo aver perso i figli e la prima moglie – la mia famiglia è ora estinta. Per questo desidero donare la mia collezione”.
Nel 1971 Justin K. Thannhauser si ritirò in Svizzera, dove morì nel 1976.
Ad arricchire ulteriormente l’esposizione milanese ci ha pensato il Guggenheim Museum con l’inserimento di opere di altri grandi artisti, da Pierre-Auguste Renoir a Georges Braque, da Paul Cézanne a Edgar Degas, da Aristide Maillol a Paul Gauguin, e ancora Edouard Manet, Claude Monet, Vincent van Gogh, Pablo Picasso e molti altri.
A ottobre a Milano, a parte le opere degli artisti citati, arriveranno anche quelle di Henri Rousseau, George Seurat, Robert Delaunay, André Derain, Paul Klee, Franz Marc e Henri Matisse.
Nell’introduzione alla conferenza stampa di presentazione, avvenuta a Palazzo Reale lo scorso 9 luglio, il direttore Domenico Piraina ha illustrato i criteri che guideranno la mostra, precisando che “questo evento si inserisce in quello che è una nostra prassi ormai consolidata, ovvero implementare il percorso artistico con un altro percorso, quello che si occupa della storia dei musei e di come si sono formati”.
Un percorso integrato quindi, proprio della museologia, che aiuta anche a capire il contesto nel quale l’arte si è sviluppata.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala si è detto orgoglioso per il fatto che la città, dopo essere stata scelta quale sede delle Olimpiadi Invernali, sia stata scelta anche come sede espositiva per un evento tanto importante. “Cultura, servizi, infrastrutture, devono tutte funzionare – ha detto – e non bisogna cadere nell’errore di pensare che l’una sia prioritaria rispetto all’altra. Tutto quello che deve essere fatto, Milano lo farà – e ha concluso – E lo farà sia per tutti i milanesi ma per i turisti che sono un’opportunità per la città”.
Massimo Vitta Zelman, presidente di MondoMostre Skira, che insieme al Comune di Milano, al Palazzo Reale e alla Solomon R. Guggenheim Foundation di New York ha promosso la mostra, ha tenuto a rimarcare il fatto che quest’anno Milano si conferma al centro dell’attività culturale, con gli eventi legati al 500^anniversario della morte di Leonardo e con questo evento che presenta opere strepitose. Zelman ha anticipato le trattative in corso tra Milano e New York che, si auspica, possano portare alla proroga di qualche settimana della mostra, la cui chiusura è attualmente prevista per l’8 marzo 2020.
Infine, Karole P.B. Vail, direttrice della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, dopo avere ripercorso le varie fasi progettuali della mostra per la prima volta proposta in Europa con una prima tappa al Guggenheim di Bilbao e una seconda all’Hotel de Caumont di Aix-en-Provence, e che approda per la sua ultima tappa a Milano, ha annunciato la presenza all’inaugurazione di ottobre della curatrice della collezione newyorchese Megan Fontanella.
L’attesa è spasmodica per questo grande evento che porterà Milano ancora una volta all’attenzione del mondo.