“Vi prego di lasciarmi unire le mani per un’ultima preghiera. Morirò presto e Dio sa che e’ ingiusto. Ma io vi dico che la disgrazia cadrà su coloro che ci condannano ingiustamente.” Si rivolse quindi al Papa Clemente V e al Re Filippo il Bello aggiungendo “Vi affido entrambi al tribunale di Dio, tu Clemente nei prossimi 40 giorni e tu Filippo prima della fine dell’anno”.
Con queste parole di commiato dalla vita terrena, prima di salire sul rogo, Jacques de Molay ultimo Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri Templari intraprese il viaggio verso ‘la Luce’.. Era il 18 Marzo 1314, con lui 699 anni fa finiva un’epoca, un’epopea terrena che sarebbe entrata nella storia e nella leggenda dell’Ordine più discusso dal tempo dei tempi.
Tutto ebbe inizio nell’anno del Signore 1307, il potere economico dei Templari era divenuto ormai notevolissimo. Uno Stato a se stante in grado di foraggiare economicamente e allo stesso tempo controllare il Papato e molti regnanti europei.
Il Maestro dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio, in questo periodo si trovò a fronteggiare un vero e proprio scandalo creato da voci messe in giro con grande maestria riguardanti presunte deviazioni, sessuali e spirituali, di alcuni cavalieri. Dette voci si diffondevano sia tra il popolo che tra l’alta nobiltà, il delatore era Esquin de Floyran già capitano templare a Montfaucon che avrebbe confessato a Guillaume de Nogaret e Guillaume de Plaisians cancellieri del Re di Francia pratiche oscene e riti di iniziazione che prevedevano forme di ateismo e la sodomia. Tali imputazioni evidentemente fortemente infamanti a quell’epoca generarono azioni ‘investigative’ avente carattere persecutorio con strumenti tipici dell’epoca. Sappiamo del resto tutti come la macchina del fango non sia una invenzione moderna ma ha una storia antica e nasce con l’uomo.
L’ Ordine dei Templari fu soppresso durante l’adunanza degli Stati Generali del 1308 e ne fu disposta l’appropriazione del famoso tesoro nonché di tutti i beni conosciuti.
Nel 2010 negli archivi segreti Vaticani la nota studiosa Barbara Frale ha ritrovato un importante documento, denominato Pergamena di Chinon, che comprova come Papa Clemente V intendesse perdonare i templari nel 1314, assolvendo il loro maestro e gli altri capi dell’ordine dall’accusa di eresia, e limitadosi a sospendere l’ordine piuttosto che sopprimerlo, per assoggettarlo ad una profonda riforma. Secondo la Pergamena, il 20 agosto 1308 l’accusa da eresia venne derubricata a quella di apostasia.
Ma è interessante rilevare che le pergamene che trattano ‘la storia Templare’ in realtà sono ben quattro di cui una è certamente la Pergamena di Chinon mentre i primi tre documenti si riferiscono all’inchiesta pontificia sull’Ordine dei templari tenutasi a Poitiers e tutti costituiscono esemplari superstiti di un corpus originario di cinque rotoli membranacei la cui lunghezza complessiva somma 5 metri e mezzo e in cui sono stati annotati 38 verbali di interrogatori.
Da rilevarsi come i primi tre documenti si riferiscono all’inchiesta pontificia sull’Ordine dei templari tenutasi a Poitiers mentre la quarta pergamena rappresenta il documento più importante e intorno al quale si concentra l’interesse degli studiosi e degli appassionati della vicenda. Essa è stata rinvenuta solo nel 2001 ed è l’atto originale di assoluzione concessa dai cardinali plenipotenziari del Papa Clemente V al Gran Maestro del Tempio Jacques de Molay e agli alti dignitari templari rinchiusi nel castello di Chinon, da cui prende nome la pergamena. Questo documento era già stato registrato nei cataloghi una prima volta nel 1628 e successivamente nel 1912.
Subito dopo l’identificazione della Pergamena di Chinon sono stati consultati quattro studiosi di fama internazionale, specialisti di storia del Tempio, dai quali potevano venire il sicuro conforto ma anche la verifica per la questione che si poneva: Malcom Barber docente di Cambridge e poi di Reading, Alain Demurger della Sorbona, Franco Cardini dell’università di Firenze e Francesco Tommasi dell’ateneo di Perugia; da loro è giunta la conferma che, almeno stando alla bibliografia corrente, il documento risulta inedito. Passata al vaglio dell’analisi diplomatica, paleografica e codicologica, la pergamena di Chinon è risultata genuina in ogni suo aspetto e non presenta punti dubbi.
Per cercare di comprendere lo storico non ha oggi che pochi pezzi di carta scurita e logorata dal tempo; inoltre deve fare i conti con un’altra realtà non meno scoraggiante: se è provato che l’entourage di Filippo il Bello falsificava gli atti ad uso politico, Clemente V era un avvocato esperto e un diplomatico consumato, capace di interpretare assai liberamente i principi del diritto canonico nonché renderli duttili strumenti delle sue strategie, se necessario.
Insomma ancora oggi questo tema alquanto imperscrutabile affascina parecchi, studiosi e non. Lo dimostra la presenza da oltre un trentennio in Italia e da poco anche in Francia dell’Associazione Templari Cattolici d’Italia. Laici e non più Monaci ma che dalle antiche regole di vita medievali costruiscono e vivono un profondissimo percorso spirituale, al fianco di Santa Romana Chiesa, una luminosa strada cavalleresca cristiana e cattolica che porta a Gesù Cristo, portando avanti i sempiterni valori della nostra Tradizione, ispirati al fulgido esempio degli antichi martiri dell’Ordine del Tempio medievale.
Nella foto in evidenza: Cavalieri e Dame dei Templari Cattolici d’Italia in corteo verso il Santuario medioevale di Santa Maria alla Fontana di Locate Triulzi (MI)