Il capo cantiere, mitica figura urbana, per anni ne avevo sentito parlare, ma che volete quando uscivo di casa per andare in ufficio non ho mai avuto modo di soffermarmi ad osservare gli osservatori di professione.
Ora che rischio di poter diventare uno di loro li riconosco a naso, mani dietro la schiena e un’attenzione meticolosa a ogni minimo dettaglio. Cosa spinge un signore senza più obblighi di timbratura del cartellino a guardare per ore un cantiere? L’effetto è simile a quello che la luce ha per le falene, queste quando la luce arriva da una lampadina continuano a volare in tondo e, a volte, a bruciarsi. Un pò la metafora della vita di chi è attratto da un cantiere, attrazione occupazionale di un tempo che non si saprebbe altrimenti come spendere finisce per “bruciare” il tempo di un non diversamente vissuto.
Sono tanti i pensionati che scelgono di praticare – con sorprendente assiduità – questo passatempo. La pratica non ha costi, serve imparare ad assumere una adeguata postura, mani dietro la schiena e uno sguardo fermo e attento. Capace di vedere ogni minimo dettaglio. Per valutare come procedono i lavori, anche se – magari – per tutta la vita s’è fatto altro.
Per chi sa andare oltre un superficiale e sprezzante giudizio e si ferma ad osservarli finisce per assistere a uno spettacolo straordinario. Ci si può trovare di fronte a grandi lezioni di ingegneria o architettura. I docenti sono loro, anziani signori che preferiscono spegnere la tv e stare all’aria aperta a vedere come si trasforma la città e a illudersi che la loro presenza da vigili sentinelle sia una garanzia di buona realizzazione. Per loro non è una perdita di tempo, anche l’uso eccessivo dei telefonini che portano a vivere una vita virtuale non li convince, per loro seguire l’avanzamento dei lavori è essere parte attiva di un cambiamento e come stare in una sala parto e seguire piano piano il venire alla luce di una “creatura”.
Non sono sempre neutrali osservatori, amano sbirciare tra le reti di recinzione di un cantiere per osservare da vicino i lavori in corso, pronti anche a “suggerire” agli operai come eseguire correttamente una mansione. Lo sguardo vigile, in attesa del momento propizio per iniziare una conversazione con uno degli operai. Il cantiere diventa una sorta di bar senza sedie e tavolini dove dispute su come dovrebbero essere fatte ad arte le opere occupano parte della giornata di questi supervisori urbani.
Conversando con un vicino di casa, avanti negli anni, gli ho confidato che la mia vita è un cantiere a cielo aperto e adesso non mi toglie più gli occhi di dosso. Uno di questi giorni mi sono fermato a provare a togliermi i sassolini dalla scarpa, vistomi in difficoltà un anziano si è fermato, ha cominciato a darmi suggerimenti, gli ho risposto che era tutto apposto. Correvo il rischio che altri anziani potessero circondarmi e scambiare i miei “lavori” come un inizio di cantiere.
Comunque, mi sono accorto di non essere esente da contaminazioni comportamentali, o sono invecchiato io o il cantiere davanti casa è davvero interessante.